Gussoni durissimo: «Mesi di squalifica a chi tocca gli arbitri»

«Smettiamola con il buonismo, una volta c’era la radiazione E bisogna dire basta anche ai falli troppo violenti»

0A differenza dei predecessori, più portati alle pubbliche relazioni che alla vita associativa, Cesare Gussoni si preoccupa dei 24mila uomini inviati ogni settimana a dirigere altrettante partite e lancia un messaggio preciso a tutto il sistema. «Ai tempi in cui scendevo in campo, la giustizia sportiva non usava mezze misure con quei giocatori che colpivano l’arbitro. Boninsegna fu squalificato per 12 giornate dopo aver dato uno schiaffo a Bernardis di Trieste, considerato allora uno dei migliori fischietti. Per violenze maggiori si pagava con la squalifica a vita. Barbè (il giudice sportivo, ndr) non faceva sconti. I giocatori sapevano che l’arbitro e i guardalinee, quali rappresentanti dell’istituzione, erano intoccabili. Poi è arrivata l’era del buonismo, la radiazione è stata cancellata per motivi costituzionali e la caccia all’arbitro è diventato un fatto usuale, specie nei campi di periferia. Negli ultimi 5 anni si sono consumati oltre 2mila atti di violenza. Adesso c’è chi prende l’arbitro per la maglietta (Cioffi del Torino, ndr) e se la cava con 3 turni. Così non va. Chi tocca l’arbitro, va messo da parte per mesi e mesi».
Come la prenderanno i signori del pallone?
«La violenza non esiste solo fuori dal campo, basterebbe leggere i referti di tutti quegli arbitri che rischiano spesso, troppo spesso, l’incolumità. Dalla C1 in giù i rimborsi spese sono ridicoli, 50 euro a partita. Penso che Pancalli converrà con me su questa linea. Chi la pensa diversamente si faccia avanti».
Nell’ultimo turno i falli da dietro sono stati puniti con la sola ammonizione. Ma il regolamento racconta un’altra storia. Panucci, Zanetti, Kakà e Ronaldo hanno rischiato grosso...
«Mi ha letto nel pensiero. Di questa situazione, e non solo di questa, parlerò nel raduno che si svolgerà in settimana a Coverciano. Ci penserà poi Collina ad approfondire il tema con i suoi filmati e la sua esperienza. Negli interventi da dietro il cartellino rosso diventa automatico quando il pallone è fuori dalla portata di chi compie il fallo. A proposito di raduni. Di volta in volta inviterò un allenatore, il primo sarà Donadoni, e un giocatore che da poco si è ritirato per aumentare le conoscenze e migliorare il confronto».
Il suo identikit porta a Collina designatore...
«A tempo debito porterò la mia indicazione al vaglio del Consiglio Nazionale dell’Aia che deciderà in assoluta autonomia. A Dio piacendo non dobbiamo più sottostare alle pressioni di altri dirigenti. Che Collina abbia le qualità per fare bene in questo ruolo, è fuori discussione».
All’Olimpico l’ultima partita è cominciata con quasi 7 minuti di ritardo rispetto alle prime. All’inizio della ripresa il gap è arrivato a 11 minuti. Perché?
«Altro argomento all’ordine del giorno, è un malcostume da eliminare. Ma il problema non riguarda solo le gare in programma a Roma. Le partite di domenica pomeriggio devono cominciare tutte allo stesso orario».
Si torna a parlare di terne fisse...
«È mia intenzione far ruotare tre coppie di assistenti per ogni arbitro. Intanto l’auricolare comincia a dare risultati utili».


E l’etica?
«Guai a chi di noi la dimentica. È finita l’era del permissivismo».
Alla faccia del «vecchio che torna», Gussoni sta firmando una autentica rivoluzione con la speranza che gli altri «vecchi» non lo fermino sul più bello.

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