Tegucigalpa - Il governo provvisorio dell’Honduras ha emesso un decreto che riduce la libertà di riunione, blocca le pubblicazioni che incitano all’insurrezione e permette gli arresti senza mandato. L’ha annunciato il governo. Il governo ha deciso di "vietare qualsiasi riunione pubblica non autorizzata", di "impedire l’emissione da qualsiasi media di programmi che attentino alla pace" ha dichiarato il governo provvisorio in un comunicato diffuso da tutte le televisioni, che hanno dovuto interrompere i loro programmi.
Contro Zelaya Il governo, che sostiene di agire a causa degli appelli all’insurrezione del presidente deposto Manuel Zelaya e al fine di evitare che "la grande maggioranza degli honduregni sia colpita", dichiara anche che i poliziotti e i militari potranno arrestare "qualsiasi persona che metta in pericolo la sua vita o quella degli altri". Il decreto autorizza le "evacuazioni" di locali occupati da manifestanti e invita tutti i sostenitori di Manuel Zelaya a "rispettare queste disposizioni". Il governo aggiunge che il testo del decreto deve ancora essere sottoposto al parlamento per essere ratificato.
Stato d'assedio Secondo il decreto le misure, che corrispondono a quelle di uno stato d’assedio, saranno in vigore per 45 giorni. Il decreto permette anche all’azienda di telecomunicazioni Conatel di oscurare in ogni momento le emissioni giudicate in grado di attentare all’ordine pubblico. Nel frattempo, il governo provvisorio di Micheletti minaccia il Brasile, che ospita nella sua ambasciata il presidente deposto Zelaya. Il governo, ha annunciato ritirerà lo statuto diplomatico all’ambasciata se il Brasile non dichiarerà "entro dieci giorni" in quale qualità Zelaya è accolto. Se entro dieci giorni lo status di Manuel Zelaya non è stato definito, "la rappresentanza (del Brasile) perderà la sua condizione diplomatica" ha dichiarato in una conferenza stampa il ministro degli affari esteri del governo de facto, Carlos Lopez Contreras. Il ministro ha tuttavia precisato che "per cortesia, l’invasione dei locali (dell’ambasciata) non è prevista".
Lula a muso duro Nella notte tra sabato e ieri, il governo di Micheletti aveva ammonito il Brasile a far cessare gli inviti alla violenza lanciati dalla sua ambasciata a Tegucigalpa, dove il presidente deposto si è rifugiato dopo il suo ritorno clandestino nel paese il 21 settembre. Al Brasile sono stati dati dieci giorni per definire lo status in virtù del quale accetta la presenza di Zelaya in seno alla sua rappresentanza diplomatica, senza precisare quali misure saranno prese alla scadenza. Ieri il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha risposto che non negozierà "con i golpisti" se non su ordine delle Nazioni Unite.
"Il governo non si piega a un ultimatum golpista né riconosce gli usurpatori come governo provvisorio" ha risposto Lula, prima di lasciare il secondo vertice Sudamerica-Sudafrica (Asa) a Porlamar, nel nord del Venezuela.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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