I capolavori? In strada valgono solo cinque euro

Daniel Richter, quotato fino a 800 mila euro a quadro, si finge ritrattista per le vie di Parigi: tutti lo snobbano

Nel corso della giornata di lavoro ha raccolto una cinquantina di euro: in tutto una decina di ritratti che gli hanno reso la miserevole media di 5 euro ciascuno. Daniel Richter, considerato una delle star della moderna pittura tedesca, qualche giorno fa si è piazzato, con due seggiolini pieghevoli, di fronte al «Centre Pompidou» a Parigi e ha iniziato a eseguire ritratti a pagamento dei passanti. Una fortuna per chi se ne fosse accorto, visto che a pochi metri, nel museo dello stesso «Centre Pompidou», sono ospitate alcune sue opere; alle aste i disegni dell’artista tedesco raggiungono quotazioni tra i 6.500 e i 7mila euro, mentre un suo quadro è stato battuto in Germania per 800mila. E invece, sulla strada, l’accoglienza del pubblico è stata a dir poco fredda. Nessuno tra i molti turisti (americani, asiatici, ma anche tedeschi) l’ha riconosciuto. In pochi sono sembrati apprezzare il suo tratto così particolare.
Eppure Richter, 45 anni, in Germania è anche un personaggio dei media: ex punk, ex grafico specializzato nelle cover discografiche, è diventato in pochi anni l’artista prediletto dai critici e dalle case d’aste. Ora è professore, fino a poco tempo fa a Berlino, oggi all’Accademia di arti figurative di Vienna. Degli antichi amori ha conservato quello per la musica: guida una delle ultime etichette discografiche indipendenti rimaste in Germania.
L’esperimento parigino, organizzato insieme alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, ha ripreso quello che nell’aprile scorso ha visto protagonisti la Washington Post e il violinista Joshua Bell, solista di fama mondiale, reduce dalla vittoria nel Fisher Prize, uno dei riconoscimenti più prestigiosi in campo musicale. Con il suo Stradivari del 1713 (valore tre milioni di dollari), Bell si piazzò all’ora di punta in una delle stazioni del metrò di Washington, tra una scala mobile e un bidone di spazzatura. La sua esibizione, che comprendeva brani di Schubert, Massenet e Bach, gli valse 32 dollari in poco più di tre quarti d’ora. Un risultato migliore di quello del pittore tedesco, dunque. Ma anche in quel caso emerse la difficoltà di imporre all’attenzione un talento, se quest’ultimo è immerso nell’anonimato e nei ritmi di una grande città.
Quanto a Richter, ha dovuto fare i conti con un ostacolo in più: il suo stile, lontano dal naturalismo accademico più facilmente interpretabile da un pubbblico «quotidiano».

Impietoso, a questo proposito, il confronto con uno dei concorrenti del pittore tedesco sulla piazza del «Centre Pompidou»: un disegnatore taiwanese dal tratto ispirato ai più consueti canoni del realismo fotografico e in grado di chiedere (e ottenere) 50 euro a ritratto.

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