I comunisti si accusano di stalinismo

Paola Balsomini

Di Piero Fassino, Marco Rizzo europarlamentare del Partito dei Comunisti Italiani ha detto «Quando gli servi ti saluta con affetto. Quando non gli servi fa finta di non vederti», di Fausto Bertinotti ha sentenziato «Provo un’antipatia totale». Difficile convivere quando si cerca con forza «l’unità della sinistra». Così quella che maldestramente viene chiamata la guerra di parte del Pdci con i cossuttiani sembra appena iniziata.
A portarla avanti il senatore del partito Gianfranco Pagliarulo, ieri a Genova. «Ma io non sono cossuttiano, lo sono sempre stati Rizzo e Diliberto che “hanno ucciso il proprio padre“: non è questo il problema, quanto piuttosto le regole che non esistono più, la mancanza di rispetto per la persona, la “distruzione“ di tutti quelli che criticano la condotta del partito, la vendetta interna, è Rizzo che vuole la scissione con metodi stalinisti». Una lotta che sta coinvolgendo anche la Liguria, che ha perso metà dei suoi iscritti. «Avevo dato le dimissioni dal partito - spiega l’ex donna dell’Unione Pina Renna - subito dopo mi è arrivata la lettera di radiazione perchè ero andata via. Come dire “ti mandiamo via noi, non te ne sei andata tu». In realtà i malumori risalgono a qualche mese fa: «metà degli iscritti ha rassegnato le dimissioni - spiega ancora Pina Renna - per la gestione autoritaria dei vertici del partito. Il nostro ex segretario provinciale Giovanni Duglio non riusciva ad operare, eravamo costretti ad accettare ogni decisione dell’ex consigliere comunale e ora regionale Tirreno Bianchi. Dopo le nostre rimostranze Diliberto ha pensato bene di imporci un altro segretario, Giorgio Devoto. A questo punto è stato facile scegliere i candidati per le elezioni e la situazione è stata gestita da Devoto, Tirreno Bianchi e Enrico Vesco (assessore alle Politiche attive del lavoro e della occupazione ndr). Era già tutto concordato, mentre noi siamo i famosi “invisibili“ di cui parliamo sempre, le gambe del partito, che però è come se non ci fossero».
Una situazione che si è inasprita con il passare del tempo: «Mancano le regole più semplici del rispetto della persona - continua Pina Renna - ho passato giornate intere a raccogliere firme contro la legge Schifani e mi è stato detto che l’ho fatto per passare il tempo e perchè non avevo altro da fare». In Liguria e in molte altre regioni sta così nascendo un’associazione esterna al partito «Per ritrovare l’unità della sinistra», con un’assemblea nazionale che si riunirà a Roma a febbraio: «Proprio per aver partecipato ad un’assemblea - continua Pagliarulo - sono stato escluso dalla lista per le prossime elezioni. Ma io non mi dimetto dal Pdci perchè predico l’unità e non la disgregazione. Sono comunista e il Rizzo di turno non mi farà cambiare idea». Ieri l’ultimo capitolo: «Armando Cossutta - ha detto Rizzo - ha una concezione familistica e nepotistica del partito».

«La valanga di insulti - risponde Pagliarulo - che Rizzo scaraventa su Cossutta prova che l'ambizioso eurodeputato ha perso la testa. Oggi, riferendosi a Cossutta, sostiene che bisogna rispettare le regole. È come una volpe che sostiene che bisogna rispettare le galline».

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