Francesca Nacini
E tornato, il lupo è tornato, e non stiamo parlando di Lupo Alberto o della favola di Cappuccetto Rosso, ma di lupi veri, sui monti liguri. E sì, perché con il ripopolamento di cinghiali, daini e caprioli il nostro territorio è diventato molto appetitoso e, soprattutto nella zona dellAveto e dellAntola, sono ricomparsi questi predatori.
Non più passaggi occasionali come un tempo, ma vere e proprie permanenze stabili che, se da una parte hanno allarmato gli allevatori e la gente, dallaltra hanno entusiasmato gli animi ambientalisti.
E proprio sulle reazioni contrastanti suscitate da questa novità dibatteranno domenica prossima, dalle ore 9.30, esperti, appassionati e semplici cittadini al convegno «Il lupo, non solo favole» organizzato da Federcaccia Liguria e Unione Regionale Cacciatori dellAppennino, nellambito della terza edizione della Festa di Casella (nellarea verde messa a disposizione dallamministrazione comunale).
Nella gioiosa ambientazione dellannuale manifestazione popolare, che prevede una tre giorni di spensierate iniziative ispirate alla natura e alla caccia, si discuterà dellecologia del lupo, delle modalità della sua espansione appenninica e dei risultati delle ultime ricerche, ascoltando anche la voce degli allevatori, spesso danneggiati dallanimale, nella persona di Vincenzo Bruzzone. Interverranno, inoltre, numerosi esperti in materia tra cui Alberto Meriggi, professore allUniversità di Pavia, che analizzerà lo stato delle conoscenze sul nobile predatore, Lucio Parodi, presidente dellUrca Liguria, che illustrerà le proposte dei cacciatori naturalmente nel pieno rispetto della legislazione in materia (e in particolare della Convenzione di Berna) e lassessore provinciale a caccia, pesca e ambiente Renata Briano. Lintera iniziativa mira a promuovere una gestione responsabile del problema, lontana da qualsiasi forma di estremismo, che sia in grado di preservare non solo la natura ma anche luomo e le sue attività: per questo la Federcaccia proporrà durante il convegno unattività venatoria solo selettiva utile alla conservazione della fauna, peraltro prevista da numerose direttive europee, e campagne di informazione ed educazione tra allevatori e agricoltori per far comprendere il ruolo delicato di questa specie per la biodiversità dellecosistema.
Lobiettivo principale è, infatti, quello di salvare dallestinzione questo ritrovato abitante dei nostri monti, il cui primissimo avvistamento ligure risale addirittura agli anni 80, coinvolgendo nel progetto tutti, anche i cacciatori.
Daltronde, chi meglio di questi appassionati conosce i boschi, i loro equilibri ed è in grado di operare da vera «sentinella della natura»?
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