I Mondiali di Fazio, Bar sport per ricchi d’intelletto

Fabio Fazio ha condotto mercoledi in prima serata, su Raitre, uno speciale sui Mondiali

I Mondiali di Fazio, Bar sport per ricchi d’intelletto

Già è difficile tenere in collegamento un calciatore alla volta, figuriamoci ventotto contemporaneamente (per il primo di giugno rimarranno solo in ventitré): tutta la Nazionale italiana schierata davanti a un tappeto persiano dal ritiro di Sestriere, in procinto, l’11 giugno, di partire per il Sudafrica. Dallo studio si alzavano le battute, a 1450 metri cadevano con un tonfo e restavano a terra (tolto il solito, impagabile Rino Gattuso che ha suggerito di non far troppo rumore per non rischiare di svegliare Gigi Buffon). Dallo studio partivano le domande «scorrette» («Ma le mogli vengono in trasferta?», «Le stanze sono singole?», «Perché voi avete chiesto solo la pasta e la tv italiana, mentre Maradona ha preteso il bidet elettronico?»...), dai monti rispondevano con frasi laconiche.
Ha iniziato lo speciale annunciando una trasmissione «adolescenziale», in cui lui e tutti i suoi ospiti, sarebbero tornati bambini. E alla fine Fabio Fazio ci è riuscito. Il clima era proprio quello. Battutine, emozione, cicaleccio, un’emozione candida che, davanti all’argomento, livella gli uomini di ogni età e li rende tutti, irrimediabilmente, fanciulli: il pallone. Ma ci è riuscito grazie a un miracolo. E grazie agli ospiti: Enrico Mentana, Diego Abatantuono, Fabio Caressa (bersagliato dalle polemiche perché della concorrenza), Massimo De Luca, Gabriele Salvatores, Massimo Ghini, Sandro Veronesi, Samuele Bersani. Un Bar Sport per ricchi d’intelletto. Come d’altra parte ci ha abituati Fazio per tutta la stagione. Il suo salotto tv è stato disertato dal Papa, da Obama e da pochi altri, per il resto, ci sono passati quasi tutti. Però gli ascolti sono andati così così. Forse perché lo speciale di Che tempo che fa (Il gioco dei mondiali, Raitre, mercoledì ore 21.10) ha drammaticamente precorso i tempi. Con un’Italia calcistica ancora in sbornia da Mourinho, sulla Nazionale non si è ancora sintonizzato nessuno. Così è caduto nel vuoto un po’ tutto. Il parterre, l’operazione nostalgia nei confronti dei Mondiali passati (il goal migliore, la parata migliore, la squadra migliore...), le mascotte più orride, la precaria pazienza di Marcello Lippi, messa a dura prova dal lungo collegamento.

Perfino l’intervista alla figlia di Nelson Mandela (un’antropologa con una bellissima faccia) e la sublime voce di Malika Ayane che per l’occasione ha intonato Bube. Sforzo lodevole, mobilitaziione invidiabile. Speriamo che in rete ci vada almeno la Nazionale.

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