"I nomadi devono andare via", ora Penati svolta La sua giunta frena: lui svolta a destra, noi no"

Il presidente della Provincia cambia linea sui campi nomadi: "Sono troppi". Ma i suoi alleati non lo seguono, Foglia: "Il suo è un piano disperato, rincorre la linea che ha pagato alle politiche"

«Io sono per dire zero campi rom». È Filippo Penati new version. Cambio di fronte del presidente della Provincia sul tema sicurezza. Dietrofont da ultimo anno di governo e dopo essersi disperato per la batosta elettorale. Uscita dell’inquilino di Palazzo Isimbardi travestito da pasdaran della tolleranza zero.
Naturalmente, la scelta penatiana di non distinguere come fatto nel passato tra campi irregolari e autorizzati, la voglia di sfratto «senza se e senza ma» del presidente è sgradita alla sua maggioranza. Anzi, tanto per essere chiari è definita «irresponsabile» dai suoi alleati di governo: «Penati si contraddice. Getta alle ortiche l’esperienza di Opera, quella volontà politica di dare corpo e sostanza a un campo rom nel segno della solidarietà e della legalità» giudica Giuseppe Foglia, capogruppo della Sinistra democratica in via Vivaio. Secondo l’ex numero uno dei Ds, Foglia, Penati mostra tutta la sua «disperazione»: «È un piano disperato ricorrere la filosofia che apparentemente ha pagato alle elezioni politiche. È una decisione irresponsabile per chi governa un’istituzione e dimostra impotenza, inadeguatezza e impreparazione».
Virgolettati seguiti dalla «presa d’atto» di Luca Guerra, capogruppo dei Comunisti italiani: «Penati vira a destra ma noi continuiamo a credere che per garantire sicurezza occorre declinarla con solidarietà». Leitmotiv sottoscritto da tutta la sinistra radicale, che in giunta conta qualcosa come sei assessori, tra cui i titolari alla Mobilità, all’Istruzione e al Territorio. Come dire: appuntamenti al calor bianco nelle prossime riunioni di giunta, anche perché non è un mistero che quest’ultima giravolta politica è dettata pure dalla volontà di marcare la differenza con una maggioranza che a Penati sta sempre più stretta e con cui, oggi, non vorrebbe più nulla (o quasi) da spartire.
«Allora, abbia il coraggio di dimettersi», osserva Palazzo Marino tramite Tiziana Maiolo: «È evidente che sostenere per Milano "zero campi rom" equivale a dire che, Penati, non ha più una maggioranza. Basta rileggersi i commenti dei capigruppo della sinistra in Provincia di Milano per rendersene conto: loro continuano a manifestare la cieca solidarietà ai rom mentre il presidente vira sul tema della sicurezza». Virata che il leghista Matteo Salvini teme sia solo di «facciata»: «Dia un esempio: sfratti i "suoi" inquilini rom che ospita a nostre spese nei locali di via Varanini». Sfratto che, continua Salvini, giungerebbe con «ritardo»: «Lo chiediamo inutilmente a Penati da quasi tre anni: trentasei mesi di troppo. Adesso, grazie al voto del Nord anche Penati è dalla nostra parte. Meglio tardi che mai, ma ora faccia seguire i fatti alle parole».
Idem afferma Bruno Dapei, capogruppo provinciale di Forza Italia - «il voto politico ha scosso la coscienza di Penati che però deve concretizzare le sue parole» - e da Giovanni De Nicola, capogruppo provinciale An: «Gli sgomberi non possono più aspettare, altro che patti di legalità».

E dalla Regione, Massimo Ponzoni, assessore alla Sicurezza, chiosa che «il fatto nuovo sta nei poteri straordinari al prefetto, ottenuti dal governo Berlusconi nel giro di pochi giorni e mai con l’esecutivo della sinistra».

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