Per colpa di Bin Laden i pellerossa sono tornati a dissoterrare l'ascia di guerra. E non a torto. Il leader della tribù dei Fort Still Apache ha chiesto scuse formali al presidente degli Stati Uniti Barack Obama, dopo che il governo ha utilizzato il nome in codice «Geronimo» per indicare Osama bin Laden. Jeff Houser, capo della tribù, ha inviato una lettera al presidente, il cui contenuto è stato pubblicato sul sito degli Apache. Houser spiega che la popolazione ha accolto con gioia la notizia della morte di bin Laden, ma i sentimenti si sono trasformati in rabbia quando è stato appreso che il nome in codice per indicare lo sceicco del terrore era lo stesso di uno dei leggendari guerrieri della tribù dell'Oklahoma. Mettere sullo stesso piano di Geronimo, o di qualsiasi altro eroe nativo americano, «un omicida di massa e terrorista codardo», ha scritto Houser, è doloroso e offensivo.
«Stavo festeggiando alla notizia della sua morte e mi sentivo tanto americano - ha raccontato al Washington Post Tom Holm, ex marine, membro della tribù Creek/Cherokee - e poi ho sentito questa cosa di Geronimo. E mi sono detto: ma chi lo ha scelto? Robert E. Lee, comandante militare Usa del 1800, uccise più americani di Geronimo, e Hitler poteva essere il diavolo in persona, ma perchè Geronimo per bin Laden?».
Il leggendario capo Apache, pur essendo stato un fiero nemico della marcia verso il West, è tuttora un mito guerriero positivo, legato al coraggio e al valore dei Pellerossa che difendevano il loro popolo e la loro libertà. Inoltre, non fu ucciso in guerra, ma si arrese nel 1886 e morì nel 1909 di polmonite a Fort Sill, in Oklahoma, come prigioniero di guerra degli Stati Uniti.
Per Suzan Shown Harjo, presidente di Morning Star Institute, gruppo di sostegno ai nativi americani, la scelta del nome Geronimo «dimostra come sia profondamente insito nell'immaginario americano l'idea dell'indiano come nemico. Ancora oggi quando i soldati vanno in territorio nemico, lo chiamano di solito terra indiana».
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