Milano - "Tutto quello che è iscritto nel registro degli indagati non può essere comunicato. Per ragioni istituzionali, però, continuo a dire che Berlusconi non è iscritto nel registro degli indagati. Questo è doveroso". Lo ha affermato il procuratore della Repubblica di Milano, Edmondo Bruti Liberati, parlando con i cronisti in relazione al caso Ruby. "Non abbiamo né video né foto all'esame di questa procura", ha aggiunto, spiegando ai cronisti che nell’inchiesta sulla vicenda della giovane marocchina Ruby non ci sono al vaglio dei pm immagini né fotografiche né video. Poi chiarisce: "Tutto quello che è iscritto nel registro degli indagati non può essere comunicato. Per ragioni istituzionali, però, continuo a dire che Berlusconi non è iscritto nel registro degli indagati. Questo è doveroso".
"Nessun fascicolo sul San Raffaele" Non c’è "nessun fascicolo sul San Raffaele", ha aggiunto Bruti Liberati in relazione ad alcuni articoli apparsi oggi sui quotidiani che riportano verbali di interrogatorio di Perla Genovesi, resi ai magistrati palermitani. Negli interrogatori la donna, che con le sue dichiarazioni ha dato il via a un’inchiesta su presunti festini a luci rosse nelle residenze del premier a cui avrebbe partecipato la escort Nadia Macrì, avrebbe parlato di finanziamenti sospetti all’ospedale San Raffaele, quando il presidente della commissione del Senato per i diritti umani era il senatore del Pdl, Enrico Pianetta, di cui la genovesi era assistente. "Il fascicolo di Palermo è arrivato l’altro ieri ed è stato assegnato al pm Sangermano - ha spiegato Bruti Liberati - che lo sta esaminando e che resta disgiunto" dal caso Ruby.
Salta la conferenza stampa di Nadia Lo spettacolo non va in onda, almeno oggi. Nadia Macrì, attraverso i suoi legali, ha disdetto la conferenza stampa annunciata ieri per le 15. In una nota dei difensori la ex escort ha spiegato che le è stato imposto dall'autorità giuduiziaria il divieto di divulgare i fatti e circostanze oggetto delle indagini sui presunti festini.
"Divieto di divulgare" Gli avvocati Domenico Noris Bucchi e Enrico Della Capanna spiegano che la signora Macrì è stata "tempestata" da richieste per "carpire informazioni relative ad una indagine in corso" e che il loro intervento era stato richiesto dalla stessa "per tutelarla da eventuali violazioni". "Apprendiamo che ad essa è stato imposto, dall’autorità giudiziaria dalla quale è stata chiamata, il divieto di divulgare i fatti e le circostanze oggetto dell’indagine ed in merito ai quali è stata sentita". I legali spiegano quindi che "la signora Nadia Macrì comunica la propria volontà di attenersi ai doveri di legge, la cui violazione la esporrebbe a responsabilità penali. Non intendendo, quindi, per il momento, rilasciare alcuna dichiarazione, viene revocata la conferenza stampa già fissata per il pomeriggio". La nota è firmata dai due legali ma prima anche dalla stessa Nadia.
Ma il procuratore smentisce "I veti preventivi alle conferenze stampa sono a noi sconosciuti. Per noi esistono solo gli interrogatori e in caso la secretazione dei verbali". Lo ha spiegato il procuratore della Repubblica di Milano rispondendo ai cronisti che gli chiedevano se fosse stata l’autorità giudiziaria milanese a vietare alla escort Nadia Macrì di parlare in una conferenza stampa, fissata da lei per oggi e poi annullata.
Nell’annullarla la escort, che ai magistrati palermitani ha parlato di alcuni festini a luci rosse nelle residenze del premier Berlusconi, ha spiegato anche attraverso i suoi legali che il divieto di divulgare fatti e circostanze delle indagini le era stato imposto dall’autorità giudiziaria. Bruti Liberati ha chiarito invece che la procura di Milano non è intervenuta in tal senso perchè non mette "veti preventivi alle conferenze stampa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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