Roma - Più che escort queste qui, tanto scosciate quanto canterine, sono casi umani, roba da telefono rosa più che da hot line. Ce ne fosse una, D’Addario docet , che non ha la sua drammatica storia da raccontare e un aiuto molto concreto da chiedere. Alla fine toccherà forse rivalutare le arpisellate, le visioni complottistiche del mitico portavoce della Marcegaglia: c’è, forse c’è un«cerchio sovrastrutturale » dietro tutto, un cerchio con una forte inclinazione per guêpière e mutandine? Quel condensato di poteri oscuri che, nella teoria ormai celebre, starebbe «dietro la D’Addario » e dietro altri più recenti nemici del Cavaliere, sta colpendo ancora? Si potrebbe facilmente vedere all’opera una volontà superiore, come qualcuno pure fa. Silvio Berlusconi teme rappresaglie e alla direzione Pdl ha reso noto un timore: «Visti i colpi che stiamo infierendo alla criminalità organizzata, nessuno oggi può con certezza escludere che alcune cose che accadono siano frutto della vendetta della malavita».
Il materiale per lavorare forse c’è, data l’estrema manipolabilità di queste signorine e degli annessi casi umani e/o famigliari che si portano appresso. L’escort barese aveva il problema del residence da sbloccare al Comune di Bari, e disperatamente cercava un aiuto importante per farlo, ben prima che trovasse il portone di Palazzo Grazioli. Se qualcuno volesse finanziare lo sputtanamento non avrebbe che da chiedere, e sarebbe certo di trovare un varco aperto in queste escort con progetti a lungo termine. Perché una cosa è chiara, nel gran bordello che hanno scatenato: loro da tutto questo hanno solo da guadagnarci, e forse lo stanno già facendo. Emilio Fede riferisce che, da quanto gli risulta, la marocchina Ruby ha già moltiplicato il suo cachet per le serate birichine nei locali trasgressivi, pare sui 15mila euro per apparizione, roba da vip televisiva. Occupando due procure e relativi magistrati (compresa la Boccassini, capo della Direzione distrettuale antimafia, che pure ne avrebbe di lavoro da fare nella Lombardia invasa dalla ’ndrangheta) con versioni e racconti mirabolanti pieni zeppi di frottole, le escort sono tuttavia riuscite a scatenare un terremoto politico, dando legna da ardere al fuoco degli anti-Cav che da qualche tempo cercavano un nuovo tormentone per rosolare Berlusconi.
L’ultima, l’escort emiliana, è quella più fervida di storie commoventi. Lei aveva un problema giudiziario con l'affidamento del figlio, e pertanto si era attivata con le conoscenze che aveva. Nessuno di quelli conosciuti però gliel’aveva risolto, e quindi lei si trasforma in kamikaze. Sembra di sentire la D’Addario quando la Macrì, nelle dichiarazioni rese a verbale, dice con un risentimento feroce, «pensavo che lui mi aiutasse, io gli ho parlato di mio figlio, volevo una mano da lui, lui mi dava soltanto...». Anche la D’Addario aveva tentato il colpo per sistemare le faccende sue, ma senza riuscirci. Il colpo vero lo avrebbe fatto dopo, come raccontò più tardi un’altra escort barese, la Montereale, la quale riferì di come l’amica Patrizia fosse tornata raggiante dalle sue «vacanze romane », perché era riuscita a «registrato tutto, e adesso sono sistemata». Ora c’è questa Macrì, la cui speranza di diventare una starletta del «Grande fratello» è stata delusa, il cui problema familiare non è stato risolto da Brunetta, cui fu presentata in lacrime. «Piangeva a dirotto perché le avevano portato via o stavano per portarle via il figlio, un bambino piccolo - ha raccontato il ministro al Giornale- . Che potevo fare? Telefonai a due o tre avvocati, ne rintracciai uno, e poi diedi a questa giovane il numero di studio del legale. Non l’ho mai più vista. Sono sconcertato da quel che emerge ora». Quel che emerge, nel racconto della escort, sono rapporti sessuali e altre amenità, condite con uno spirito di sfida e di rivincita curioso. Su Facebook la ragazza posta un «oh! Silvio! Hai rooottoooooo!!!» e al commento di un amico che invita il premier a dimettersi risponde «esatto!».
Il problema è affidarsi alle testimonianze di creature così sbandate e manipolabili, Ruby, l’escort emiliana Nadia,insieme alla versione dell’ex assistente e presunta narcotrafficante Perla Genovesi, che ha raccontato storie agghiaccianti. La credibilità di queste testimoni fragili e ricattabili, ecco il perno su cui ruota tutto il sexy-gate , come già il precedente ambientato in Puglia. Perciò i giornali più avversi al Cav puntano a presentarle come attendibili, persone sì dalla vita scombinata, ma con la testa sulle spalle.
Repubblica manda un inviato nella casa di accoglienza Kinderheim, a Sant’Ilario, per far raccontare all’operatrice che Ruby«parla bene, mangia bene» e nella camera aveva addirittura dei peluches. Una ragazza perbene, insomma, che mai potrebbe dire il falso. Mica sono starlette da «Grande fratello».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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