I vichinghi spadroneggiano dagli Stati Uniti all’Europa

Pettersson e Kalsson vincono Tournament e Open del Galles

Mario Camicia

Carl Pettersson, ventottenne svedese, si è aggiudicato il Memorial Tournament e in qualche modo è entrato nella storia del golf internazionale. Il Memorial, giunto alla sua trentunesima edizione, è il torneo inventato ed organizzato da Jack Nicklaus sul suo percorso del Muirfield Village di Columbus nell’Ohio, lo Stato in cui è cresciuto e al quale ha voluto «regalare» un evento golfistico particolare. Vincere il Memorial ha un significato speciale per i giocatori: significa vincere un torneo voluto e promosso dal più grande giocatore dell’era moderna e il solo fatto di essere atteso dall’Orso d’oro al green della settantaduesima buca per riceverne il plauso e la stretta di mano è un must per chiunque vinca il Memorial. Stavolta è toccato a Carl Pettersson, nativo di Gottenburg ma cresciuto golfisticamente nella Università del Nord Carolina. Giocatore solido che in Europa ha vinto l’Open del Portogallo nel 2002 prima di decidersi al gran passo di tentare le sue chance sul tour americano. Ha avuto ragione perché già a fine stagione dello scorso anno Carl ha vinto il Chrysler ed ora è tornato al successo nel Memorial. Un successo che significa tanto per lo svedese che con questa vittoria si aggiudica la qualificazione automatica al prossimo Open degli Stati Uniti - altrimenti avrebbe dovuto giocare ieri la prequalifica su 36 buche - e forse anche un posto garantito nel prossimo Open di Gran Bretagna in luglio.
Il Memorial 2006 è stato un torneo tormentato dal cattivo tempo - ogni giornata è stata bene o male sospesa per ragioni meteorologiche - ma comunque si è riusciti a portare a termine nei tempi regolamentari le 72 buche. Ma soprattutto, malgrado il campo non fosse nelle sue condizioni ottimali, si è vissuto un grande spettacolo proprio perché il tracciato del grande Jack è tra i più impegnativi - comunque - del tour americano. Carl Pettersson non ha vinto «facile»: ha avuto antagonisti di rilievo ad iniziare da Phil Mickelson che, tornato ai tornei dopo tre settimane, ha strabiliato il pubblico con colpi eccezionali e si è dimostrato pronto ad affrontare la sfida del prossimo Us Open anche se alla fine, malgrado le prodezze, è arrivato solo al quarto posto pari merito. Pettersson, andato al comando dopo due giri, ha saputo tenere testa agli attacchi di gente come Adam Scott, Brett Wettrich - recente vincitore del Byron Nelson - e Zach Johnson uno dei migliori giovani emergenti del tour americano.


Tempo splendido e condizioni ideali sul tour europeo dove nell’Open del Galles sul percorso del Celtic Manor - campo tutto sommato facile - un altro svedese, Robert Kalsson è tornato al successo precedendo sul traguardo Paul Broadhust di tre colpi ed il portoghese Lima di quattro lunghezze. Al quarto posto Colin Montgomerie mentre il nostro Alessandro Tadini, dopo due giri iniziali che lo vedevano al tredicesimo posto, è calato nel finale chiudendo in ventottesima posizione.

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