Roma - «Eversore». «Fuori controllo». «Irresponsabile». «Delirante», e pure «maschilista». Tutta l’opposizione, dall’Udc a Sinistra e Libertà, da Fli al Pd insorge contro Silvio Berlusconi e le sue parole sulle «toghe eversive» e i «criminali comunisti». Scende naturalmente in campo anche il sindacato dei magistrati: «Non esistono parole e aggettivi nuovi per esprimere lo sconcerto e lo sdegno di fronte a queste affermazioni», detta alle agenzie il presidente dell’Anm Luca Palamara. Ma da sinistra a destra è un coro. Antonio Di Pietro, per il quale Berlusconi è «un delinquente politico», chiama in causa il Quirinale: «Mi auguro che intervenga il presidente della Repubblica prima che si passi dalla farsa berlusconiana alla tragedia mussoliniana». Per Italo Bocchino invece la causa delle esternazioni berlusconiane è un’altra: «La lettura dei sondaggi sulle amministrative di Milano gli sta facendo saltare i nervi e gli sta facendo prendere una deriva pericolosa per la democrazia», perché Berlusconi vuole «cancellare il ruolo costituzionale della magistratura, colpendo a morte la difesa della legalità. Quello del premier, secondo la capogruppo Pd al Senato Anna Finocchiaro, è «un delirio irresponsabile», che testimonia che «l’unico eversore è lui».
Lapidario il segretario Udc Lorenzo Cesa: ««Preferiamo non commentare più le esternazioni di Berlusconi. Siamo di fronte a un premier che ha perso completamente il controllo». Apocalittico invece Nichi Vendola: «Il bene comune in Italia - ha spiegato il leader di Sel - è stato annientato per via degli interessi esclusivi dell’uomo più potente d’Italia: Silvio Berlusconi». Per il segretario dei Verdi Angelo Bonelli «da Berlusconi è arrivata un’altra carica di dinamite sulle istituzioni».
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