Per gli albanesi - così come per gli altri «orientali» che premono alle frontiere - la ragione della povertà e dell'immane ritardo politico ed economico sta soltanto nei regimi che per cinquant'anni hanno spadroneggiato: a Tirana come a Praga, o a Budapest o a Varsavia. Per decenni l'Occidente ha chiesto che gli sventurati cittadini dell'Est avessero, insieme alle libertà fondamentali, anche quella di viaggiare. Ora che l'hanno, o cominciano ad averla, l'interpretano come il diritto di insediarsi in Occidente e di presentare all'Occidente - che quei popoli aveva difeso a dispetto dei suoi partiti comunisti - i conti del loro passato. La questione delle migrazioni dall'Est non riguarda solo l'Italia. È un fenomeno che investe in varia misura tutta l'Europa libera e che l'Europa libera deve trovare la capacità e la forza di controllare.
I dodici debbono adottare una linea comune; della quale noi italiani sentiamo particolarmente il bisogno perché, lasciato solo a decidere, il governo di Roma è soggetto, nel divampare delle polemiche, alla tentazione di decidere di non decidere.Mario Cervi - 9 agosto 1991
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