Impregilo-Astaldi, nozze sul filo dell’Opa

Le due strade per evitare i costi dell’offerta pubblica

Luca Pace

da Milano

Nozze sul filo dell’Opa. Il matrimonio Impregilo-Astaldi, voluto da entrambi i partner, rischia di incagliarsi nella legge che impone l’Opa obbligatoria. Gli azionisti (da un lato Igli, che dopo l’acquisto delle quote Gemina salirebbe al 18% del nuovo gruppo, e dall’altro Astaldi con circa il 15%) si troverebbero infatti una partecipazione che supera il 30%, soglia oltre la quale scatta l’Opa obbligatoria.
I soci hanno tuttavia diverse strade per dribblare l’esborso. Igli potrebbe non esercitare l’opzione che da fine marzo dà diritto di acquistare l’11,8% di Impregilo in mano a Gemina, rimanendo così sotto il 15% dell’aggregato. In tal caso dovrebbe, però, lasciare la plancia di comando ad Astaldi e continuare a convivere con la famiglia Romiti.
Una seconda strada per evitare l’Opa obbligatoria sarebbe tuttavia anche la cessione entro un anno del 3% in eccedenza.
Il nodo da sciogliere riguarda, però, il bastone del comando. Igli è già molto frazionata al suo interno tanto che il consorzio formato da gruppo Gavio (30%), famiglia Rocca (30%), Autostrade (20%) ed Efibanca-Bpi (20%) è stato definito il nuovo salotto delle costruzioni italiane. Come dimostra anche il fatto che Salvatore Ligresti ha già bussato alla porta e potrebbe entrarvi rilevando le quote di Efibanca. L’arrivo del finanziere rappresenterebbe un valido sostegno per le casse del gruppo che, per liquidare le quote di Gemina, si troverebbe a pagare 150 milioni. Ma Igli catalizza più di un interesse. Secondo indiscrezioni ci sarebbero infatti nuovi partner industriali in arrivo per Impregilo e il dossier sarebbe già all’attenzione delle banche d’affari. Tuttavia, a parte Condotte, alleata di Impregilo in diversi progetti, non si fanno nomi concreti. In ogni caso, il problema rimarrebbe lo stesso: la governance della nuova società.
Il valore aggiunto apportato finora da Igli è stato quello di raccogliere più soggetti del ramo costruzioni in un gruppo in grado di partecipare alle gare spuntando maggiori benefici economici. Secondo lo studio di una banca d’affari già solo Impregilo e Astaldi insieme potrebbero infatti ottenere in Italia prezzi maggiori del 5% rispetto a oggi. Basta pensare che per la Metro di Roma o il ponte di Messina avevano abbassato i prezzi del 15% circa.
La vera partita in atto, dunque, sarebbe quella di trovare un nuovo equilibrio tra più soci per creare un gruppo nazionale delle costruzioni. Se questo avvenisse all’interno dell’azionariato di Igli, allora è facile pensare che prima o poi il consorzio sarà obbligato a lanciare un’Opa su Impregilo. Ma anche nel caso di un patto parasociale, cui aderirebbe Igli, gli azionisti di minoranza potrebbero comunque festeggiare il matrimonio; viste le molte sinergie che ne deriverebbero. Astaldi e Impregilo, insieme, avrebbero un Ebitda maggiore del 25% rispetto alla somma degli attuali margini operativi lordi.
In svantaggio, invece, appare ormai la famiglia Romiti che difficilmente resterà in Igli, mentre la stessa Gemina sarebbe già sotto assedio.

Rumor di mercato parlano di un rinnovato interesse del fondo australiano Macquarie. Il fondo, che detiene già una quota del 44,7% in Adr (il principale asset di Gemina) potrebbe infatti prendersi il rimanente passando dall’alto. Ovvero con un’Opa sulla holding.

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