Inutile stupirsi: l’Inter per ora è questa. E poco di meglio di quella vista contro il Fenerbahce. Lo dicono i risultati che l’hanno accompagnata dalle amichevoli estive fin all’esordio di Champions. Tante sconfitte, pochi risultati che valessero il sospiro di sollievo. Mancini fatica a modellare la squadra, infortuni e incomprensioni sono tranelli, centrocampo e centrocampisti molto meno granitici del passato. Vero che, anche l’anno scorso, amichevoli e partenza in Champions sono state alternarsi di illusioni e delusioni. Ma quest’anno è peggio: difficile ricordare una così lunga sequenza di risultati in negativo nei precampionati nerazzurri. E dietro le quinte non tutto segnala la quiete.
Ieri Moratti è tornato nella parte del pompiere: «Serata storta di parecchi uomini, hanno giocato decisamente male, ma non do responsabilità all’allenatore. Rivas è stato il migliore insieme a Julio Cesar. Non mi è piaciuto l’atteggiamento della squadra, il risultato è stato perfino generoso. È importante che tutti si concentrino bene, questa sconfitta non ci spaventa. Hanno trovato una serata negativa proprio i giocatori di maggiore esperienza». Sottinteso: svegliatevi.
Moratti chiede sacrificio, coraggio. «Per ricambiare la fiducia e i sacrifici miei e del pubblico. Meglio rimettersi subito in carreggiata, altrimenti tutto diventa più difficile». Parole che s’accordano a qualunque situazione difficile. Mancini cercherà di scuotere tutti con un sostanzioso faccia a faccia. Negli ultimi tempi spine e colpi di spillo si sono intrecciati nello spogliatoio nerazzurro. Il tecnico non aveva visto male nel pretendere un centrocampista: perso Vieira, ecco gli effetti. Il caso Chivu non è completamente da addebitare alla mancanza di attenzione del giocatore, ma pure alla scarsa capacità diplomatica a livello internazionale. Facchetti sapeva come gestire le situazioni, Branca non ottiene gli stessi risultati. I rumeni hanno respinto al mittente la richiesta di salvaguardarlo. E infatti è in arrivo Roy Hodgson come ministro degli esteri.
Lo spogliatoio non ha gradito il continuo insistere di Moratti per vedere Figo in campo. I giocatori con più personalità hanno cominciato a sbuffare e l’hanno fatto sapere al tecnico. Ed ora, non a caso, il presidente ha puntato il dito proprio su quelli che hanno tradito a Istanbul, ma forse hanno sbuffato un po’ troppo. Anche se Figo nulla ha fatto per dare ragione al patron. Tensione sotto pelle che rischia di mandare all’aria i delicati equilibri interni. L’anno scorso il campionato ha fatto da collante: alla terza giornata la grande partita contro la Roma, fece scoccare la scintilla. Quest’anno il Catania ha avvalorato la tesi che la squadra deve crescere in fretta. Il ruzzolone di Champions fa pari con quello contro lo Sporting, l’anno passato. Ma allora si intravvide la bontà di una squadra. Stavolta soltanto le debolezze.
Ecco perché Moratti ha attenuato i toni.
«Spero sia stata solo una partita sbagliata e che la squadra si riprenda velocemente: la Champions è importante». Più che altro la Champions sta facendo venire i complessi all’Inter. Moratti ci crede solo in parte. «Sarà un problema da risolvere, anche se non mi sembra il Problema». Il problema non cambia: è l’Inter.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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