Il nuovo dilemma del galateo: "Le spiace se fumo elettronico?"

Boom delle "e-sigarette": ogni settimana aprono venti nuovi negozi che le vendono. ma nei cinema, nei teatri e persino in Senato sono già scoppiate polemiche (e risse)

Il nuovo dilemma del galateo: "Le spiace se fumo elettronico?"

Prima o poi doveva succedere. Con il boom della sigaretta elettronica il grande equivoco è servito col rischio di venire alle mani. Lo spunto lo dà una lettera pervenuta recentemente al Corriere della Sera in cui una lettrice romana lamentava di essere stata prima insultata da uno spettatore e successivamente invitata a uscire dalla sala perchè beccata a fumare il surrogato elettronico. Cose da pazzi, ma solo per lei. L'aggeggio di chi spera di smettere di fumare sta facendo impazzire l'altra metà del mondo che di nuvolette nella penombra non ne vuol sapere. Del resto come dare torto allo spettatore di cui sopra? In sala non si fuma e vai a spiegare che quel fumo al sapor di fragola è virtuale. Nel frattempo si moltiplicano gli episodi di cronaca seminera. Domenica scorsa a Viterbo rissone in un teatro comunale dopo una nuvoletta in galleria. Luci accese e securitas nel marasma per sedare il parapiglia. Sempre domenica una 72enne gallese è stata cacciata da una sala bingo di Cardiff. Julia Cummings, fumatrice accanita da oltre 40 anni, sperava di trovare menti aperte, ha trovato solo l'energico buttafuori.
Fino a un paio di anni fa la sigaretta elettronica era un oggetto riservato agli smanettoni che compravano pezzi e liquidi via web dalla Cina. Poi qualcuno ha fiutato il business. Sono nate catene e negozi specializzati: oggi se ne contano 1100 in Italia. Tutti pronti a dare battaglia dopo che il governo ha presentato un emendamento alla legge di Stabilità che equipara le sigarette elettroniche alle normali. Una sciagura per gli operatori del settore e per chi si è dato al fumo digitale, abituato ormai a «svapare» ovunque, dai ristoranti ai bar e ai cinema. Poche settimane fa è scoppiata la polemica in aula a Palazzo Madama. Per il senatore Mario Baldassarri, reo di emettere strane nuvolette, non è bastato dire «non è tabacco, è vapore». Inflessibile la vicepresidente Rosi Mauro: «Non si fuma, basta». Molti i vip che si sono dati all'elettronica, tra questi Johnny Depp (in una scena di The Tourist), Vasco Rossi, Katherine Heigl, Morgan e l'ad di Fiat, Sergio Marchionne. L'emendamento presentato, se approvato, cancellerebbe tutto di colpo. Stabilisce infatti che «qualsiasi dispositivo meccanico o elettronico, che abbia la funzione di succedaneo dei prodotti di tabacco sia assimilato ai tabacchi lavorati e sia soggetto alle disposizioni in materia di distribuzione, detenzione e vendita». I negozi diventerebbero subito fuori legge, perché le e-sigarette si potrebbero acquistare solo in tabaccheria. In media aprono ogni settimana circa 20 nuovi negozi in Italia. «Sarebbe uno schiaffo - sottolinea Filippo Riccio, socio della Smooke, tra i primi marchi nati a Torino e sponsor del cinepanettone Natale a 4 zampe - nella nostra azienda lavorano 40 persone, abbiamo 200 negozi in Italia. Stiamo crescendo. Abbiamo fatto certificare le parti delle sigarette, liquidi compresi, per tutelare i consumatori. Paragonare l'elettronica al tabacco non ha senso».
La sigaretta elettronica (o e-cigarette) è un dispositivo elettronico che emula i tradizionali prodotti per il fumo, quali le sigarette, i sigari e le pipe. Nata nel 2003 in Cina (ma pare ci sia un brevetto americano del 1964) è uno strumento dotato di una batteria ricaricabile che consente di inalare vapore di una soluzione di glicole propilenico, glicerolo, nicotina (in quantità variabile) e aromi alimentari. Il vapore inalato consente di provare sapore e sensazione simile a quella provata inalando il fumo di tabacco di una tradizionale sigaretta.

Non essendovi combustione, però, non c'è rischio cancerogeno legato a tale processo. Anche l'estetica delle sigarette elettroniche è, di norma, del tutto simile al prodotto tradizionale. Ecco, sta proprio qui il punto...

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