La guerra civile tra tecnici e umanisti

Chi avrebbe disperata urgenza di usare nuove tecnologie non è in grado di farlo e invece chi sa smanettare l'hi-tech non ne ha alcun vero bisogno

Sul pianeta ci sono un miliardo di denutriti e un miliardo di obesi, e da noi tre milioni di giovani nullafacenti e altrettanti vecchi da assistere: sarebbe bello abbinarli per compensarli. Ma un'altra divisione spacca l'umanità: chi avrebbe disperata urgenza di usare nuove tecnologie non è in grado di farlo e invece chi sa smanettare l'hi-tech non ne ha alcun vero bisogno. I primi, colti ma imbranati, patiscono a volte la perdita di dati con un dolore acutissimo che muta in rabbia e sfiora la pazzia. I secondi, abili tecnonauti che navigano tra nuvolette (i-cloud) e infallibili back-up non hanno niente di meritevole da salvare e si limitano a giocare. Da una parte Intelligenti con un ramo di spiccata stupidità, ricchi di umanesimo e poveri di tecnologia; dall'altra Dementi ingegnosi, poveri di pensiero ma ricchi di tecnicità.

Se non vogliamo un'altra lotta di classe, favoriamo la collaborazione o simbiosi mutualistica: operazione Paguro & Attinia per un reciproco parassitismo tra idioti abili e intelligenti inabili. Uno mette l'hardware e l'altro il software; o tradotto agli umanisti, uno mette la cultura e l'altro la tecnica. L'ideale, ovvio, è l'uomo completo che pensa e usa la tecnica.

Ma il rischio è il suo contrario, il Tecnico teorico, che ha perso l'umanesimo senza aver guadagnato in manualità. Da un tecnico ti aspetti senso pratico e abilità, e invece poi scopri che è un Professore, forte in teoria ma incapace di aggiustare le cose pratiche. Ogni riferimento ai Tecnici di governo è puramente causale.

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