Abolita la seconda rata Imu col trucco degli acconti record

Il Consiglio dei ministri cancella la tassa su prime case e terreni, coperture a carico delle banche: anticiperanno il 130% di Ires e Irap. Squinzi protesta: "E i capannoni?"

Abolita la seconda rata Imu col trucco degli acconti record

Roma - Sarà il sistema bancario a «pagare» l'abolizione della seconda rata dell'Imu, per un totale di 2 miliardi e 150 milioni di euro, con un aumento record degli acconti fiscali Ires e Irap. «Un anticipo cospicuo vicino al 130% - spiega il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni - che però è accettabile anche dal punto di vista della normativa Ue». Due terzi della copertura verranno dagli acconti, un terzo dall'anticipo del 100% dell'imposta sul risparmio amministrato. Lo ha deciso il Consiglio dei ministri, che ha anche approvato le norme sulla rivalutazione delle quote Bankitalia. La banca centrale diventerà, dice ancora Saccomanni, una public company con un limite del 5% alle partecipazioni. Un tetto che, secondo il ministro, lascia aperta la porta anche a investitori europei.
In attesa della nuova triplice tassa sugli immobili decisa con la legge di Stabilità (Imu su seconde case più Iuc divisa in Tasi e Tari per tutti), il governo vara in extremis anche il taglio della seconda rata Imu 2013. In sintesi, le prime case sono esenti dal pagamento eccezion fatta per gli immobili di lusso (accatastati A1), ville e castelli. Esenti anche gli immobili strumentali agricoli, terreni e fabbricati rurali e sui terreni agricoli per la parte coltivata. «L'Imu andava abolita anche sui capannoni industriali», protesta il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi. Si paga l'Imu sulle seconde case, con le aliquote decise dai Comuni.
Adesso bisognerà verificare i dettagli visto che, come aggiunge il ministro, «il decreto è in fase di finalizzazione», cioè dev'essere completato. Ad esempio, per coprire l'Imu agricola s'era parlato di un prelievo di 300 milioni dalla «cassa conguaglio» dell'autorità sull'energia. In ogni caso, vale la pena di ricordare che se aumentano gli acconti, diminuiscono i saldi, e dunque il governo si troverà a dover fare i conti con minori entrate alla voce «banche» nel 2014. Così come c'è ancora il rischio che scatti la clausola di salvaguardia - ovvero l'aumento delle accise - se le coperture del taglio della prima rata Imu non saranno raggiunte. «Le Finanze stanno monitorando la situazione», conferma il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta. Le coperture al taglio Imu vengono criticate dal presidente della commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone (Fi): «Gli anticipi si tradurranno in minori prestiti a favore di imprese e famiglie, e in maggiori costi per i clienti delle banche».
Il versamento degli acconti Ires e Irap è posticipato al 10 dicembre prossimo, per dar tempo di fare i conti. Il sistema bancario, chiamato a finanziare una tantum lo sgravio dell'Imu, ottiene tramite la rivalutazione delle quote Bankitalia un miglioramento della patrimonializzazione in vista degli stress test europei. Nel giro di due anni, le quote dovranno essere diluite in quanto nessuno potrà possedere una partecipazione superiore al 5% del capitale della banca centrale. Oggi, Intesa Sanpaolo detiene il 30,3% del capitale Bankitalia, Unicredit il 22,1%, le Generali il 6,3%, l'Inps il 6,2%. Ai partecipanti al capitale, Bankitalia potrà distribuire dividendi non superiori al 6%. Anche il Fisco avrà la sua parte.

La rivalutazione delle quote entro una forchetta prevista fra 5 e 7,5 miliardi di euro, sarà assoggettata a un'imposta sostitutiva del 12%, con un incasso che si stima superiore a 1 miliardo di euro.
All'operazione non è ancora giunto il via libera formale della Banca centrale europea. Il governo, assicura Saccomanni, è in contatto coi servizi legali della Bce che non hanno sollevato obiezioni sull'operazione.

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