
Mentre la Corte di giustizia Ue discute sul protocollo Italia-Albania e sulla definizione di Paese “sicuro”, Laura Boldrini continua ad attaccare a testa bassa il governo guidato da Giorgia Meloni. In materia di immigrazione incontrollata e, in particolare, sul modello Albania proposto dall’esecutivo, l’ex presidente della Camera si erge a paladina dell’accoglienza illimitata. Ma non solo. Nel merito dell’accordo bilaterale con Tirana, Boldrini arriva addirittura ad accusare l'Italia di “sequestrare” i migranti in mare.
"Il protocollo Italia-Albania è un accrocco, una finzione e un grande fallimento della presidente del Consiglio sulle spalle dei migranti che hanno passato l’inferno nei centri di detenzione in Libia - e ciò li rende tutti individui vulnerabili, bisognosi di cure e protezione - e sulle spalle dei contribuenti, dato che con le loro tasse sono state costruite due cattedrali nel deserto", ha esordito l’esponente dem durante la conferenza stampa a Roma del report "Oltre la frontiera”. Poi, a stretto giro, arriva il vero delirio ideologico. "A che titolo viene fatto questo prelevamento forzoso delle persone in mare?", si domanda con tono retorico. E aggiunge: "Trattandosi di acque internazionali, e non nazionali, giuridicamente non si configura il reato di immigrazione clandestina, bensì quello di sequestro di persona".
Insomma, in quello che appare come un capovolgimento della realtà, adesso è la Marina italiana che – invece che portare in salvo i migranti – si rende complice di un reato tanto grave come il sequestro di persona. Un mix di livore ideologico e pregiudizio che forse solo la Corte di giustizia Ue potrebbe fermare. Stando a quanto apprendere l’Ansa, la decisione che potrebbe sbrigliare la matassa Albania arriverà il 10 aprile.
L'avvocato generale della Corte di giustizia Ue presenterà infatti le sue conclusioni sulle cause congiunte legate al protocollo Italia-Albania e alla definizione dei Paesi d'origine sicuri il 10 aprile. Secondo quanto apprende l'Ansa, i giudici di Lussemburgo si pronunceranno poi nel giro di un mese. Da qui alla sentenza la sinistra potrà dare il suo “meglio”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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