"All'Aquila dodicenni in vendita per una ricarica"

La denuncia di monsignor D'Ercole allertato da un medico: "Prostituzione figlia anche della crisi"

"All'Aquila dodicenni in vendita per una ricarica"

Roma - La notizia è di quelle che fanno rabbrividire ma non scandalizzano più: a l'Aquila ragazzine anche di 12 anni si «vendono» per una ricarica telefonica. Sì, sarebbe ipocrita gridare «vergogna», nascondersi dietro lo stupore e il falso perbenismo, soprattutto dopo che una settimana fa ai Parioli, quartiere roccaforte dell'alta borghesia romana, è stato scoperto un giro di baby escort, che si prostituivano per comprare borse griffate ed avere in tasca denaro da spendere nei locali alla moda.
Ieri la bomba è esplosa in Abruzzo, ma gli effetti sono sempre meno devastanti. E brutto dire «potevamo aspettarcelo», ma è quantomai realistico e altrettanto triste, vista la ragnatela di giochi, chat e filmanti erotici in Rete, facilmente raggiungibili da chiunque con un «click». A sollevare il velo sulla squallida realtà, è stato il vescovo ausiliario dell'Aquila, Giovanni D'Ercole, raccontando che da qualche settimana le forze dell'ordine sono al lavoro per risalire a queste baby prostitute e a chi si approfitta della loro età.
L'allarme, però, non è partito dal religioso ma da un medico, che ha sporto denuncia alla polizia parlando di prostituzione minorile. «Sono venuto a conoscenza di questo fenomeno grazie a una confidenza di un medico dell'ospedale aquilano, che conosce famiglie in difficoltà in cui bambine, anche di 12 anni, sono arrivate a vendersi per pochi euro, a volte anche solo per una ricarica telefonica - ha sottolineato il vescovo, parlando a Coppito durante la presentazione del rapporto della Caritas sulla povertà in Abruzzo e Molise -. Quanto avviene è legato alla crisi e la prostituzione è sempre diffusa tra i giovani, non solo aquilani ma di tutta Italia». Il prelato ha spiegato che gli investigatori stanno lavorando su queste indiscrezioni e invita le famiglie a fare la loro parte per chiarire quanto prima i lato ancora oscuri del caso. «È fondamentale incoraggiare i ragazzi a parlare con gli adulti in modo da prevenire certi fatti - ha proseguito D'Ercole -. Al di là dei numeri allarmanti relativi all'aumento di richieste di aiuto economico nella nostra diocesi, la prostituzione minorile è il dato che preoccupa di più».


Ieri anche Save the Children è intervenito sulla questione evidenziando, però, che in Italia la prostituzione minorile ha quasi sempre «volto» straniero. Nella triste classifica compaiono rumene e nigeriane eppoi ragazze provenienti da Ungheria, Bulgaria, Brasile, Albania, Burkina Faso. Quasi tutte hanno tra i 16 e i 18 anni, ma non mancano quindicenni e quattordicenni.

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