Allarme Confindustria: "La ripresa si allontana" E Monti: "Ce la faremo"

Il capo dello Stato è per il governo "un punto di riferimento sicuro, una fonte di ispirazione che ci permette di impegnarci con determinazione nella realizzazione del mandato che lei ci ha affidato". Il presidente del Consiglio Mario Monti ha scritto a Giorgio Napolitano, in occasione del sesto anniversario dell’elezione a presidente della Repubblica, per rassicurarlo sulla tenuto del governo e per confermare la volontà di portare l'incarico fino alla fine del mandato che scadrà nel 2013. Ma gli industriali lanciano un nuovo grido d'allarme: "La ripresa economica si sta allontanando".

"Sono passati sei anni da quando gli italiani hanno iniziato a riconoscersi in una grande figura di presidente della Repubblica, istituzionale e rigorosa, ma anche molto vicina ai cittadini e alle loro preoccupazioni", si legge nella lettera che oggi Monti ha inviato al capo dello Stato per spiegargli che per tutto l'esecutivo Napolitano rappresenta "un punto di riferimento sicuro, una fonte di ispirazione che ci permette di impegnarci con determinazione nella realizzazione del mandato che lei ci ha affidato". Il Professore non ha nascosto che "il Paese sta attraversando una fase difficile della sua storia" ma ha assicurato che l’Italia uscirà dalla crisi economica. "È proprio nei momenti di difficoltà che emerge lo spirito di una nazione forte e capace di guardare lontano", ha concluso Monti.

L'ottimismo di Monti si scontra, però, con l'allarme lanciato dal Centro studi della Confindustria che ha detto chiaramente che la ripresa economica si sta allontanando. La domanda interna (specie i consumi) è, infatti, calata più del previsto, mentre l’export ha perso slancio rispetto a qualche mese fa, nonostante il commercio mondiale vada meglio.

Nella congiuntura fash il Centro studi di viale dell'Astronomia ha, quindi, spiegato che "l'aumento del numero di persone in cerca di occupazione conferma le difficoltà dei bilanci delle famiglie", che tendono a rimpolpare il risparmio precauzionale), mentre "i margini delle imprese sono erosi dai maggiori costi unitari, anche del lavoro".