Arresti domiciliari per Nicolò Scialfa, ex vicepresidente del Consiglio Regionale della Liguria in quota Idv ( (ora confluito in Diritti e libertà), nel corso di un'indagine sulle "spese pazze" della politica. Falso, peculato e truffa aggravata sono i capi d'accusa. Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza di Genova, hanno setacciato le spese dei gruppi consiliari, compreso quello dell'Italia dei Valori tra il 2010 e il 2012. Il caso che coinvolge Scialfa riguarderebbe rendicontazioni di spesa "non proprio congruenti con le finalità previste dalla normativa", ha commmentato il procuratore capo di Genova Michele di Lecce in un'intervista al Secolo XIX: acquisti di biancheria intima, cene a lume di candela e weekend alle terme, le spese indebite contestate a diversi esponenti del Consiglio regionale. Secondo quanto riporta l'edizione genovese de La Repubblica, a Scialfa si chiede conto di 70.000 euro usciti dai fondi del gruppo consiliare della Regione senza giustificazione; l'esponente dell'Italia dei Valori avrebbe inoltre contraffatto le firme di alcuni suoi colleghi e del tesoriere Giorgio de Lucchui, anch'egli sotto indagine.
Il presidente della Regione, il Pd Claudio Burlando, si limita a chiedere maggiore chiarezza.
Scialfa invece si è dichiarato sereno, certo di non avere colpe ma comunque fiducioso nel lavoro dei giudici. Sul proprio profilo Twitter l'ex vicepresidente del Consiglio regionale scrive, citando l'Ecclesiaste: "Il tempo e il caso raggiungono tutti... c'è un tempo per ogni cosa."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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