Baby squillo, il manager rischia 16 anni

RomaLoro, due ragazzine romane cresciute troppo in fretta, erano a caccia di soldi facili per comprare vestiti e fare la bella vita. Lui le ha trovate quando una di loro aveva appena 14 anni e non ha esitato a sfruttare la loro debolezza. E per questo, secondo la Procura di Roma, deve essere considerato un «criminale pericoloso», che merita una condanna pesante: sedici anni e mezzo di carcere oltre a 50mila euro di multa. Forse Mirko Ieni, l'uomo che i magistrati ritengono il principale gestore del giro di prostituzione delle due baby-squillo che incontravano i loro clienti in un appartamento del quartiere Parioli, quando organizzava gli appuntamenti alle due giovani neppure immaginava di rischiare così tanto.
Invece per il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Cristina Macchiusi quell'uomo non merita sconti e per questo hanno chiesto una condanna esemplare per sfruttamento della prostituzione minorile al gup Costantino De Robbio davanti al quale si sta tenendo l'udienza con rito abbreviato (che in caso di condanna consente di beneficiare di uno sconto di un terzo della pena) per la vicenda che lo scorso autunno ha scosso la capitale. Due squillo giovanissime e spregiudicate, decise a vendere il proprio corpo per potersi togliere sfizi che altrimenti non si sarebbero mai potute concedere e una sfilza di professionisti, imprenditori, avvocati e nomi conosciuti pronti a pagare e anche a rischiare la galera - perché la maggior parte di loro secondo la Procura era consapevole che fossero minorenni - pur di trascorrere qualche ora con loro. E sullo sfondo due mamme: una che con la sua denuncia ha fatto partire l'inchiesta e l'altra che secondo i pm sapeva e non ostacolava l'attività della figlia, anzi avrebbe accettato quotidianamente da lei un aiutino di un centinaio di euro, e che per questo merita una condanna a sei anni di carcere. Per sfruttamento della prostituzione, mentre per l'altro reato contestato, quello di favoreggiamento, la Procura ha chiesto l'assoluzione. Condanne per un totale di oltre 40 anni di carcere sono state sollecitate anche per gli altri imputati: 6 anni e 18mila euro per il militare dell'esercito Nunzio Pizzacalla, anche lui ritenuto un gestore del giro, 5 anni e 8mila euro per il commercialista e cliente Danilo Sbarra, un anno e 4 mesi più 800 euro per il cliente Mario Michael De Quattro, accusato anche di aver tentato di estorcere 1500 euro ad una delle ragazzine dietro la minaccia di diffondere un video hard che la riguardava, 4 anni per l'imprenditore Marco Galluzzo, sospettato anche di aver ceduto cocaina durante gli incontri sessuali, otto mesi per i clienti Francesco Ferraro e Gianluca Sammarone.
I magistrati non hanno dubbi sul fatto che Ieni abbia avviato le due ragazzine alla prostituzione, mettendo loro a disposizione l'appartamento e una scheda telefonica per procacciare i clienti. Sempre lui si sarebbe dato da fare per fissare gli incontri e avrebbe tenuto la contabilità delle prestazioni sessuali sulle quali incassava una percentuale. In un caso si sarebbe procurato le immagini di una delle baby squillo impegnata in un rapporto orale con un cliente e per questo i pm gli contestano il reato di interferenza illecita nella vita privata. Per la Procura Ieni non avrebbe esitato «a dare droga e a far prostituire le donne con cui aveva a che fare» e avrebbe guadagnato anche dalle prestazioni di altre quattro ragazze, questa volta maggiorenni. Durante la requisitoria il pm ha citato un'intercettazione telefonica in cui l'imputato, parlando delle due minorenni, dice «ho due str... che mi fanno guadagnare 600 euro al giorno».

Le due, insomma, funzionavano, di denaro ne girava parecchio. I clienti erano tanti, su molti di loro la Procura sta ancora indagando, altri stanno aspettando la decisione dei pm. Sperando che i loro nomi non circolino.

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