Non si sa ancora se siano grane, ma di sicuro piovono accuse nei confronti del partito di Antonio Di Pietro. Mentre proseguono le indagini sulla malagestione dei fondi dell'ex Margherita e sono da poco iniziate quelle su Umberto Bossi, la poca trasparenza nella gestione dei soldi dei partiti continua a tenere banco. Anche nell'Italia dei Valori, il partito che si erge a paladino della moralità.
Infatti, la procura di Bologna ha aperto un fascicolo conoscitivo, senza ipotesi di reato, in merito alle accuse di gestione "anomala" dei fondi ricevuti dalla Regione Emilia-Romagna tra 2005 e 2010.
Accuse mosse dall'avvocato penalista Domenico Morace, in quegli anni coordinatore Idv a Bologna, e che prendono di mira soprattutto Paolo Nanni, allora capogruppo e unico consigliere regionale Idv, il quale, secondo Morace, avrebbe utilizzato in modo poco trasparente 450mila euro.
Nanni ha subito risposto minacciando querela e spiegando di avere speso "sì e no 300mila euro" e che "i bilanci sono sempre stati controllati dai revisori dei conti della Regione. C'è la prova di come sono stati spesi e Morace non aveva il diritto di vederli. Niente di personale: ho speso per farmi pubblicità su alcune tv locali, dove si va a pagamento. E poi ho commissionato diverse consulenze".
Ma la vicenda coinvolge anche la responsabile politico-regionale del partito e della Fondazione Idv, Silvana Mura e lo stesso Antonio Di Pietro a conoscenza - secondo Morace - della presunta malagestione dei fondi.
In una video intervista esclusiva, pubblicata sul sito Affaritaliani.it, l'accusatore Morace ha denunciato "similitudini con la Lega Nord e con il funzionamento del cerchio magico, un ristretto gruppo di familiari e affini che decide le sorti del partito dell’Italia dei Valori. Un cerchio magico che ruota intorno al capo assoluto, Antonio Di Pietro. Di Pietro è il centro e Di Pietro sceglie a sua totale discrezione. Non contano meriti e capacità ma solo la sua vicinanza”.
Le accuse di Morace sono precise e circoscritte. L'avvocato penalista, poi uscito dall'Idv, si focalizza sui due filoni di denaro che l'Idv incassa dalla Regione Emilia-Romagna. Il primo è indirizzato al compenso del personale del gruppo consigliare del partito. E qui nel 2007 lavorava, sempre in Regione, la stessa figlia di Nanni che si occupa delle spese e degli aspetti economici del gruppo.
Tutto normale per Nanni che, ad Affaritaliani, ha spiegato che "mia figlia aveva una notevole esperienza amministrativa in Comune a Bologna. Se avessi preso un esterno avrei dovuto pagarla. Io ho preso un esperto del Comune. Lei era nell’Idv da quando ci sono entrato io. Era un’esperta di amministrazione".
Il secondo flusso di denaro riguarda invece le attività del partito e ammonta a circa 450 mila euro in cinque anni. Soldi che, lamenta Morace, "non si sa bene che fine abbiano fatto, non li ho mai visti, se non per qualche centinaio di euro".
Morace ha raccontato inoltre di aver segnalato tutta la questione a Silvana Mura, braccio destro dell'ex pm Di Pietro, la quale gli assicurò che avrebbe compiuto accertamenti. "Morace afferma, e questo è vero, di avermi riferito di presunte anomalie nella gestione dei fondi e io dissi che me ne sarei interessata. Nanni mi mostrò un elenco di voci di spesa relative agli ultimi sei mesi della sua attività in Regione che aveva depositato presso i revisori di conti. Non notai nulla di incongruo, altrimenti sarei corsa in Procura", ha spiegato la Mura ad Affaritaliani.
Peccato che però nulla sia successo dopo. Se non che Nanni, nel marzo 2010 non venne ricandidato in Regione e ora siede in Provincia e che si è poi autosospeso dal partito. Per un altro caso però. Quello del pass per invalidi della suocera defunta non restituito.
E il leader Idv che dice? Nega tutto, certo che una cosa del genere nel suo partito non
possa accadere: "Siccome è una cosa che non può essere vera, denuncerò questa persona che ha rilasciato la dichiarazione. Provvederò a difendere il buon nome del partito nelle opportune sedi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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