Botta e risposta Scambi di accuse

Roma È tornata la Sinistra dei distinguo, delle misure in cui, della lotta dura al fascista. In mancanza di idee non resta che aggrapparsi al riflusso fumareccio degli anni Settanta. E la resa dei conti tra chi dovrà contrastare il ritorno di Silvio diventa assist al bacio per l'allegro Pingitore. Alla festa di Reggio Emilia si celebra l'era glaciale. Tra un panino e una birretta doppio malto Bersani attacca, feroce, i grillini: «Fascisti del web!». La guerra fratricida tra i «comunisti» di Repubblica e Pd e i «fascisti» dell'Idv, del Fatto e di Grillo è ufficialmente aperta. Ne resterà solo uno di comunista vero e (forse) governerà.
Ma il bravo presentatore genovese, che a suo tempo aveva sistemato America e Brasile, non ci mette granché a replicare dal suo blog al segretario del Pd. E va giù pesante. «Bersani non è un fascista, ma il solito fallito che ha agito in accordo con ex fascisti e piduisti per un ventennio, spartendo assieme a loro anche le ossa della nazione». Parole dure, un viaggio senza ritorno: «Fassissti! Fassissti del web» ha gridato Gargamella Bersani. Venite qui a darmi dello zombie se avete coraggio. «A Bersani - replica Grillo - non mi sognerei di dare del fascista, gli imputo invece di aver agito in accordo con ex fascisti e piduisti per un ventennio. Anni in cui non c'è traccia di leggi sul conflitto d'interessi o contro la corruzione. Violante e D'Alema sono stati le punte di diamante del Pdl/Pdmenoelle. Lo Scudo Fiscale, passato grazie alle assenze dei pidimenoellini? E le decine di volte in cui il governo Berlusconi poteva essere sfiduciato, ma i pdimenoellini erano sempre altrove?». Grillo presenta il conto: «Nel 2007 sono state presentate tre leggi di iniziativa popolare per ripulire il Parlamento dai poltronissimi e dai condannati e per l'elezione diretta degli eletti: non sono mai state discusse. Chi è il fassissta, caro Bersani? Il Movimento 5 Stelle ha rifiutato ogni rimborso elettorale. Chi fa il fassissta con il finanziamento pubblico abolito da un referendum, caro Bersani? Io ho girato l'Italia con un camper, a mie spese, per fare campagna elettorale. Senza scorta. La Finocchiaro con la scorta ci fa la spesa e Fassino il primo maggio. Caro Bersani, lei ha ricevuto 98.000 euro da Riva, il padrone dell'Ilva, a che titolo? Ma si rassicuri, lei non è un fascista, è solo un fallito assieme a tutti i politici incompetenti e talvolta ladri che hanno fatto carne da porco».
La risposta del Pd non si fa attendere. Matteo Orfini, responsabile Cultura e informazione fa le pulci al comico: «Grillo si affanna a inventare nuovi insulti nel tentativo di ottenere attenzione mediatica. Naturalmente senza rispondere agli interrogativi che l'opinione pubblica gli pone, come ad esempio quello su chi finanzia il suo movimento».

A difendere Grillo ci pensa l'altro «fascista» Tonino di Pietro: «Chi vuole assumersi la responsabilità di governare il Paese - fa sapere il leader Idv - deve capire le ragioni del dissenso e risolverle. Non bisogna zittire queste persone ed etichettarle come fasciste e opportuniste. Sono persone esasperate che chiedono al governo di fare gli interessi degli italiani».

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