Non volendo accettare che dopo anni in cui hanno occupato tutti i posti occupabili, chiedendo di mostrare la tessera di partito prima del curriculum, oggi gli esponenti della sinistra accusano il governo di fare ciò che loro, cambiando una legge a loro uso e consumo (legge Bassanini), hanno previsto: lo spoil system. Non avevano considerato però che prima o poi sarebbe toccato anche al centrodestra vincere le elezioni, e quindi procedere con le nomine secondo criteri diversi dalla tessera del Pd.
Di fronte alla perdita del potere mistificano anche la realtà negando le evidenze. Proverbiale a questo riguardo è stata la dichiarazione dell'europarlamentare dem Irene Tinagli secondo cui l'ex commissario alla ricostruzione Legnini (sostituito dal governo Meloni) non era stato scelto dal Pd per ragioni politiche. Peccato che tutti gli ultimi governi, dal 2016, abbiano cambiato il Commissario mettendone uno di propria fiducia (Vasco Errani e Paola De Micheli, entrambi ex Pd) e che Legnini in precedenza fosse stato sindaco, parlamentare per 4 mandati, sottosegretario, vicepresidente del Csm e candidato Governatore dell'Abbruzzo sempre per il Pd.
Ma mentre accusano il centrodestra di nominare persone di propria fiducia ora che hanno vinto le elezioni, il Pd sistema i suoi prima di perderle. È il caso della Regione Lazio, dove Zingaretti a fine mandato ha nominato due dirigenti con durata triennale.
Ma per l'occasione si mettono a disposizione tutti gli enti ancora governati dagli uomini di sinistra. L'ultima arriva dal Comune di Roma.
“Dal Campidoglio sono in arrivo 77 nuovi contratti a tempo indeterminato con Zètema, il carrozzone capitolino del comparto cultura che, dopo 8 anni, ha magicamente sbloccato le assunzioni, ferme al palo dal 2015, guarda caso proprio alla vigilia delle elezioni regionali. Una tempistica perfetta che ha tutta l’aria di essere una delle tipiche ‘infornate’ neanche troppo velate a cui ci ha abituato negli anni il Pd a Roma e nel Lazio”. Lo scrive in una nota il consigliere regionale della Lega, Daniele Giannini.
“Dopo lo scandalo sugli Egato – prosegue – e dopo le polemiche sollevate dagli stessi dem in Campidoglio contro Gualtieri per alcune recenti nomine, piovute dall’alto, ad esponenti big della Pisana, non ricandidati alle prossime elezioni, ecco un’altra potenziale compensazione elettorale".
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