Casini fa autocritica ma resta con Monti

RomaCasini volta pagina. Elaborato il lutto della sconfitta, fa autocritica e - in attesa di una ristrutturazione europeista - attacca Renzi e l'antipolitica di Grillo. Non ha fretta Pier Ferdinando, aspetta che torni il sereno confidando nella riscossa. E, aprendo i lavori dell'Assemblea nazionale dell'Udc, ammette serenamente: «Abbiamo sbagliato. Anzi, io ho sbagliato. Perché pur avendo capito che si stava avvicinando l'uragano dell'antipolitica non siamo riusciti a dare l'idea di un partito che lavorasse a una fase nuova e siamo stati travolti come la vecchia politica che noi più di tutti abbiamo combattuto». Dunque, piano con certi soprannomi irriguardosi. «E io sarei Pierfurby? E noi saremmo il partito dei poteri? Siamo seri...». Si lavora in prospettiva. Un divorzio da Scelta Civica per ora non viene nemmeno quotato. «Non possiamo certo divorziare perché abbiamo perso le elezioni. Questo possono farlo solo gli omuncoli. Ora ripartiamo per creare un progetto politico serio in vista del voto europeo, qualcosa che abbia come riferimento il Ppe, un popolarismo europeo».
Nel suo intervento insiste sulla morte del bipolarismo. «Il governo Monti ieri e il governo Letta oggi sono la riprova che il bipolarismo è fallito, perché chi si è presentato alle elezioni, Bersani e Berlusconi con due ricette antitetiche, a causa dello sfascio causato da loro stessi poi si son dovuti mettere insieme».
Ai suoi, riuniti all'Auditorium romano di viale Manzoni, Casini vuole dare un messaggio di incoraggiamento. «Basta con le autoflagellazioni e con le sedute psicanalitiche. Se ci rimangiassimo tutto perché abbiamo perso le elezioni saremmo solo dei buffoni. La Malfa - sottolinea - viene ricordato come uno statista, ma alla fine non è che prendesse tutti questi voti. Io non voglio avere posizioni così minoritarie, ma noi abbiamo seguito un percorso sul quale oggi tutti dicono che avevamo ragione». Basta anche alle polemiche con gli alleati di Scelta Civica: «Guardiamo avanti, chi resta nell'odio ha già perso. Non disperdiamo quello che siamo e quello che possiamo essere. Restiamo calmi e sereni, smettiamo di piangerci addosso e andiamo avanti». E rassicura: «Tranquilli, nessuno vuole rifare l'Udc, nel senso di un partito che col 5-6% ha una sua rendita di posizione, ma al tempo stesso non si può svendere la nostra storia passando col Pdl o guardare ai giochi di prestigio di Renzi. Che sarà la replica dei tanti politicanti che vogliono solo vincere, come dimostra la sua smania». Quanto al Movimento di Grillo «ha gli anni contati». «Se si vota subito sopravvive, ma se si va al voto più avanti arriverà spolpato, perché non ci si può accontentare di protestare. Questo gli italiani lo hanno capito».
Venerdì Casini era intervenuto a Palazzo Madama per esprimere la contrarietà alla mozione di sfiducia individuale contro Alfano. Per Casini «gli interrogativi da sciogliere ci sono e sono legittimi, ma ciò da cui dissentiamo fermamente è ritenere che la sfiducia al ministro Alfano - delle cui parole non abbiamo motivo di dubitare poiché abbiamo fiducia nella persona - possa essere la soluzione del problema.

Ancor più irresponsabile sarebbe oggi un voto che riconsegnasse l'Italia all'instabilità proprio mentre il governo Letta sta faticosamente operando per risollevare l'Italia. Da un guaio grave non può derivare una crisi di governo, sarebbe pura irresponsabilità. Ci sono avvolti che svolazzano nei pressi di Letta...».

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