Corruzione continuata, aggravata dal carattere transnazionale: questa l'accusa che la Procura della Repubblica di Milano contesta al presidente della Regione Lombardia , Roberto Formigoni. Dopo settimane di voci e di indiscrezioni, l'ufficialità è arrivata oggi alle 13,45 con un annuncio del procuratore Edmondo Bruti Liberati. Il capo della procura ha reso noto che un avviso di garanzia è stato notificato questa mattina al Governatore lombardo.
Il reato contestato a Formigoni è relativo ai suoi rapporti con Piero Daccò e Antonio Simone, i due lobbisti vicini a Comunione e liberazione che lavoravano per conto del San Raffaele e della Fondazione Maugeri, entrambi convenzionati con la Regione Lombardia. Insieme all'avviso è stato notificato l'invito a comparire. L'interrogatorio del presidente della maggiore regione italiana è previsto per sabato prossimo, presumibilmente a distanza di sicurezza dagli sguardi di cronisti e telecamere.
Bruti Liberati ha reso noto che il nome di Formigoni è stato iscritto nel registro degli indagati il 14 giugno scorso, nove giorni prima che la notizia trapelasse sui giornali. Secondo l'impostazione della Procura della Repubblica, Formigoni avrebbe favorito con quindici delibere regionali una delle aziende sponsorizzate da Daccò e Simone, la Fondazione Maugeri, cui sarebbero stati versati dal Pirellone tra il 2010 e il 2011 circa 200 milioni per <funzioni non tariffabili>, ricevendo come contropartita una lunga serie di "utilità", il cui valore viene quantificato nell'invito a comparire in circa otto milioni e mezzo di euro. Si va dalle vacanze in barca a vela, ai biglietti aerei, al super sconto per l'acquisto di una villa in Sardegna praticato ad Alberto Perego, un amico di Formigoni che vive insieme a lui nella comunità dei Memores Domini. Si tratta, va ricordato, di accuse che nel corso di queste settimane il governatore lombardo ha sempre contestato, sostenendo di avere con Daccò un rapporto d'amicizia che data da molti anni, e di avere comunque rimborsato buona parte delle spese sostenute in occasione delle vacanze comuni. Negli ambienti vicini a Formigoni si fa anche presente che tutte le delibere relative alle convenzioni della Maugeri con la Regione sono state prese nell'ambito delle norme vigenti e sono state deliberate dagli organi competenti.
Il carattere transnazionale del reato contestato a Formigoni è basato sulla scoperta dei conti svizzeri su cui venivano movimentati una parte dei fondi di Daccò e Simone. Nell'invito non figura invece l'accusa di violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti, di cui si era pure ipotizzata l'esistenza in relazione ad una somma tra i 500 e i 600 mila euro che la Fondazione Maugeri avrebbe versato in occasione della campagna elettorale del Pdl per le regionali del 2010. Nel corso delle perquisizioni sarebbe stato trovato un biglietto di ringraziamento da parte di Formigoni, che secondo la difesa del governatore costituisce però un semplice ciclostilato.
Secondo quanto si è appreso, anche questo versamento sarebbe stato conglobato nel computo complessivo del reato di corruzione contestato a Formigoni. Ma non è escluso che un altro contributo elettorale sia al centro di una seconda inchiesta, stralciata da quella principale, per il reato di finanziamento illecito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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