IL CASO MONTECARLO

Roma«Non uscirai vivo da qui!». Frasi da saloon, bottigliate, calci e pugni. Sono gli ingredienti di una rissa (con giallo) che avrebbe movimentato una seduta della giunta esecutiva dell’Asi, l’Alleanza sportiva italiana: sullo sfondo, le grandi manovre per controllare l’ente di promozione sportiva della destra, riconosciuto dal Coni e «premiato» con un contributo di 1.285.000 euro dallo Stato.
Insomma, un ente che fa gola. Il presidente, Claudio Barbaro è un deputato di Futuro e Libertà. E secondo più d’uno starebbe cercando di trasformare l’Asi in un feudo futurista. Qualche giorno fa il fattaccio: Barbaro se la sarebbe presa con Carlo Alberto Zaccheo, fratello dell’ex sindaco di Latina Vincenzo: «Ha agitato al mio indirizzo una bottiglia - l’accusa di Zaccheo - mi ha insultato ripetutamente e minacciato, arrivando a dire: non uscirai vivo da qui. Si è poi scagliato contro di me cercando di colpirmi, ma i calci e i pugni hanno raggiunto chi ha cercato di fermarlo. Sono stato costretto ad allontanarmi per evitare che la situazione trascendesse ulteriormente e anche perché chi doveva tutelare la mia libertà di parola era proprio colui che mi ha aggredito». Secondo Zaccheo a Barbaro non andrebbe giù «la mia aperta critica nei suoi confronti per la gestione politica di Asi, che vorrebbe trasformare in una costola di Fli».
Barbaro racconta un’altra storia: «Chi dice cose del genere se ne prende la responsabilità. Sabato non c’è stato nessuno scontro, se non le normali dialettiche di un’associazione. Paraltro si discuteva di cose procedurali. E nessuno ha mai pronunciato le parole Fli o Pdl. Semmai uno scontro più acceso c’è stato qualche mese fa». Barbaro si riferisce a quando Tommaso Manzo, vicepresidente dell’Asi, si rivoltò contro l’idea di invitare a una manifestazione Italo Bocchino.
E allora sentiamo Manzo. Che conferma l’aggressione di sabato, a cui dice di aver assistito. Ammette che non sono state pronunciate formule politiche, «ma la matrice politica dello scontro è sottintesa». E radiografa così il peso delle varie componenti all’interno dell’Asi: «La giunta è composta da 17 persone e con Fli sono 4 o 5; con il Pdl sono 7 o 8, gli altri sono in fase di stallo».

Barbaro, come il suo leader Fini, sarebbe il capo minoritario di un organismo. Ma lui nega: «Conosco l’Asi come le mie tasche, non c’è nessuna fronda contro di me». L’impressione, però, è che il derby all’Asi sia appena all’inizio.

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