La Cassazione attacca anche il Giornale

Dopo il blitz contro il Cav, il presidente della Suprema Corte se la prende con il Giornale: "Linguaggio poco consono"

La Cassazione attacca anche il Giornale

La Cassazione (in combutta con il Corriere della Sera) è il protagonista indiscusso di questi ultimi due giorni. Dopo l'articolo di ieri del quotidiano di via Solferino che - individuando una mina in grado di affossare il processo per i diritti tv ha innescato l'accelerazione improvvisa da parte della Cassazione che ha anticipato l'udienza al 30 luglio - oggi ne è arrivato un altro quasi a giustificare l'operato della Suprema Corte. Che poche ore dopo ha rincarato la dose spiegando le sue ragioni.

Ma la Cassazione non si è fermata a questo, anzi ha provveduto a irritarsi e a criticare chiunque vedesse nel suo operato qualcosa di strano, in primis il Giornale e il fondo del direttore Alessandro Sallusti ("Banditi di Stato", leggi l'articolo). "Ci siamo abituati a un linguaggio poco consono a una democrazia, tutti sono liberi di esprimere opinioni, ma nella correttezza", ha dichiarato il presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce.

Che ha tenuto a precisare che da parte della Cassazione "non c’è nessuno zelo particolare, nessun atteggiamento da Speedy Gonzales, è stata applicata la legge, i procedimenti urgenti devono andare alla sezione feriale, non c’è nessun accanimento, il senatore Berlusconi è stato trattato come qualunque altra persona imputata in un processo con prescrizione imminente".

Santacroce ha pure risposto indirettamente al legale di Silvio Berlusconi, Franco Coppi: "Non c’è nessuna ragione per sentirsi esterrefatti". Secondo Santacroce, la data del 30 luglio prossimo per il processo Mediaset è stata stabilita sulla base del rilievo che la prescrizione di uno dei reati scatterebbe il 1 agosto prossimo, ma nulla vieta al collegio di poter stabilire che il termine di prescrizione sia invece successivo e che quindi la Corte possa, accogliendo istanze difensive, disporre un rinvio".

Inoltre, "se si fosse lasciato correre, ci sarebbero stati attacchi dall’altra parte", ha concluso Santacroce, spiegando che i giudici della Cassazione hanno fissato l’udienza prima del termine di prescrizione "anche per evitare responsabilità disciplinari".

Sarà, intanto non è un caso che la decisione della Corte ha suscitato reazioni diverse e contrapposto anche tra gli addetti ai lavori. Così come non è un caso che proprio poche ore dopo la pubblicazione del primo articolo del Corriere della Sera la Cassazione abbia accelerato l'iter.

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