In cella il re della mozzarella «Impresa finanziata dal clan»

Nuovo arresto per il «re» della mozzarella, Giuseppe Mandara, 68 anni, patron di un impero caseario che va oltre i confini casertani. Anzi, l'azienda di Mondragone (provincia di Caserta) può contare su punti vendita sparsi non solo in Campania e in Italia ma anche in altri paesi europei. Gli agenti del Centro Dia di Napoli, diretta dal vicequestore Linares su ordine della Procura antimafia, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip presso il Tribunale di Napoli. Mandara è indagato per associazione mafiosa, riciclaggio e reimpiego. Già nel 2012 l'imprenditore, difeso dall'avvocato Vittorio Guadalupi, era stato arrestato e i suoi caseifici erano stato sequestrati. Ma, successivamente, il Tribunale del Riesame annullò l'ordinanza per insussistenza degli indizi. La DDA impugnò la sentenza ma il ricorso fu dichiarato inammissibile.
L'indagine si fonda sulle dichiarazioni di sei pentiti, poi verificate dagli investigatori della Dia e su altri numerosi elementi acquisiti nel corso di anni di indagini e su una sostanziosa attività di intercettazioni telefoniche. In pratica secondo gli inquirenti della DDA, Mandara avrebbe costituito con l'allora boss mondragonese Augusto La Torre «una società a partecipazione mafiosa il cui atto iniziale fu l'acquisto del caseificio, operazione avvenuta con denaro contante, interamente finanziato dal clan mondragonese attraverso i familiari di La Torre».


Mandara è accusato anche di avere depistato nel 1990 le indagini sull'omicidio di Antonio Nugnes (caso di lupara bianca), vicesindaco di Mondragone dell'epoca e padre di Daniela, attuale assessore regionale all'Agricoltura. Gli inquirenti ritengono che Nugnes fu eliminato per avere cercato di impedire che il clan La Torre si infiltrasse nei gangli della macchina comunale.

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