C'eravamo tanto amati: la storia di Renzi e D'Alema

Tre anni fa D'Alema andò a Firenze a far campagna elettorale per aiutare Matteo a diventare sindaco

C'eravamo tanto amati: la storia di Renzi e D'Alema

Renzi e D'Alema non si possono vedere. Eppure non è andata sempre così. Un tempo, politicamente parlando, i due si volevano bene. L'ex presidente del Consiglio andò persino a Firenze a fare campagna elettorale a favore di Renzi, che tentava la scalata al Comune di Firenze. Correva l'anno 2009. Il giovane Matteo, presidente della Provincia di Firenze, a febbraio aveva vinto le primarie del centrosinistra surclassando (40,52% contro 26,91%) il candidato sostenuto dal Pd (Lapo Pistelli). Pochi mesi dopo, a maggio, a dieci giorni dal voto, D'Alema va a Firenze a dar manforte a Renzi (guarda il video).

"Ringrazio Massimo D'Alema - dice parlando al microfono mentre parla in una sala davanti ai militanti del Pd - di essere qui con noi oggi". E non lesina la gratitudine per il big del partito che gli dà il suo appoggio: "Caro Massimo, qui ci sono persone storicamente provenienti dall'esperienza della quale tu sei punto di riferimento". Tra i due è tutto uno scambio di complimenti e di battute simpatiche. Rivedere quel filmato e sentire quelle frasi sembra quasi incredibili, conoscendo poi come sono andate a finire le cose e gli stracci che sono volati tra i due. Quella serata di maggio di tre anni fa rappresentava anche la firma della pace in seno al partito, che, come abbiamo ricordato, aveva fatto di tutto per imporre il proprio uomo alle primarie, senza riuscirvi.

Renzi è felice e soddisfatto per la visita di Baffino. E si lancia in previsioni politiche di ampio respiro: "D'Alema ci dà la carica e la piena consapevolezza che la nostra sfida da Firenze guarda a tutta l'Italia".

D'Alema si spinge nella metafora ciclistica: "Renzi è come quel ciclista partito...

il gruppo è a un'ora di distanza. L'unico problema è capire se batte il record della pista oppure no". E giù applausi. Per la cronaca, Renzi vinse le elezioni e diventò sindaco. Anche grazie al sostegno del "caro Massimo".

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