"Ci sono ancora in giro carte di Vatileaks"

Il cardinale Bertone: "Rimpianti? Non aver frenato le critiche ingiuste a Benedetto". L'ex segretario di Stato Vaticano pensa a un libro

"Ci sono ancora in giro carte di Vatileaks"

Roma - Un libro di memorie per ripercorrere i fatti accaduti in modo obiettivo e rimettere a posto interpretazioni a volte «fuori dalle righe». Lo promette l'ex segretario di Stato Vaticano, Tarcisio Bertone, intervistato nel blog Stanze Vaticane di Tgcom 24.
Il cardinale racconta di sentire spesso Raztinger telefonicamente, che è in perfetta forma fisica e intellettuale, e di averlo incontrato ultimamente a Santo Stefano, quando Benedetto XVI è andato a trovarlo nel suo appartamento e si è fermato per pranzo, dopo aver visitato i presepi. Proprio legato all'amico, che quasi un anno fa ha rinunciato al pontificato, è legato il rimpianto più grande. «Quello di non esser riuscito a frenare le critiche spietate e a mio parere infondate contro il Benedetto XVI e i suoi primi collaboratori - spiega Bertone -. Spero che Vatileaks sia una pagina chiusa, anche se può darsi che ci siano ancora documenti in riserva, pronti per esser buttati fuori. Ma credo che ormai il tempo, l'atmosfera e la rete dei rapporti sia cambiata.

Quello è stato un periodo di grande sofferenza, fin troppo lungo per il Papa e per i suoi più vicini collaboratori. Soprattutto per la mancanza di amore verso la Chiesa, che si percepiva in tutte queste azioni e pubblicazioni di documenti che sarebbero dovuti restare riservati per permettere un dialogo interno alla Chiesa e correggere certi comportamenti».

Ma alla fine lo scandalo è servito a creare una grande corrente di preghiera e solidarietà al Papa e alla Santa Sede. Parlando del cambio di vertice nello Ior il cardinale deve far ricorso a tutta la sua diplomazia. «La mia sostituzione insieme a quella di altri membri della Commissione Cardinalizia di vigilanza è stata una decisione anche fisiologica - sottolinea - cambiando il Segretario di Stato, che negli ultimi decenni ha ricoperto il ruolo di Presidente, era naturale che cambiassi anche io, anche se adesso sembra che il Presidente non sarà più il Segretario di Stato. Cambiando io sono cambiati anche gli altri membri, eccetto il cardinal Tauran, che fa un pò da trait-d'union tra lo Io e la nuova commissione referente istituita dal Santo Padre». Il nuovo Papa ha comunque messo in moto determinati progetti di riforma, quindi non credo di esser stato spintonato a uscire fuori, ma la vedo come un'uscita naturale, logica, ragionevole».

Infine, forte della sua esperienza, ammette che nella Chiesa servono cambiamenti.

«Ma per una riforma simile ci vuole molto studio e confronto tra i diversi soggetti interessati, direi quelli delle chiese particolari e della Santa Sede - conclude -. E poi bisogna anche progettare organicamente, non bisogna avere fretta, bisogna dare tempo al Papa per queste riforme».

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