Che fosse un tipo fumantino - soprattutto in televisione - lo si era capito fin dai tempi in cui era ancora iscritto al Partito Democratico. Carlo Calenda, in piena campagna elettorale per elezioni europee del 2019 con il manifesto #SiamoEuropei, diede infatti vita a un dibattito animato (e per certi versi inatteso) con il portavoce dell'associazione pro-migranti Baobab Experience, Andrea Costa. I temi dello scontro avvenuto il 9 marzo negli studi di DiMartedì, su La7, vertevano sull'immigrazione e sugli errori della sinistra. Probabilmente nemmeno Giovanni Floris poteva aspettarsi che a litigare tra loro potessero due persone (sulla carta) politicamente affini.
L'ex ministro dello Sviluppo economico comincia il primo round osservando: "Sull'immigrazione la sinistra non è stata capace di dire una cosa semplice: se uno pensa di poter dire che le frontiere devono essere aperte a chiunque voglia venire, quando l'Italia è affacciata su un continente come l'Africa che crescerà nei prossimi anni di un miliardo e duecento milioni di persone, allora quella persona è fuori di senno - afferma Calenda -. Agli italiani, che non sono razzisti, prima di tutto bisogna dire che non vogliamo e non possiamo aprire le frontiere a chiunque voglia venire, perché altrimenti perderemmo il controllo del Paese. E che chi arriva in Italia – prosegue – va gestito e integrato, perché, se non lo facciamo, diventa non solo un problema umanitario, ma anche un problema di sicurezza. Vanno trovati dei corridoi di immigrazione controllata e legale. È necessario dire questo. La sinistra deve imparare a dire delle parole chiare".
Piuttosto diversa l'opinione di Costa: "Alla favoletta del 'non possiamo accoglierli tutti' io non credo - attacca -. Intanto, vorrei tranquillizzare tutti: i migranti, in un Paese da cui tutti i giovani italiani vogliono scappare, considerano l'Italia un Paese di transito per andare in altri Paesi. Non hanno nessuna intenzione di rimanere qui. Trovo veramente disdicevole vedere in televisione quello che dovrebbe essere la sinistra fare a gara con la destra a chi ne tiene di più nei lager libici, a chi ne fa arrivare di meno, a chi criminalizza di più le ong, perché la criminalizzazione delle ong che salvavano è iniziata con il governo precedente. Non è che di colpo ci siamo catapultati nel fascismo".
I toni si accendono e Calenda ribatte prontamente: "Rispondi a questa domanda: tu pensi che domani dovremo aprire le frontiere dell'Italia a chiunque voglia venire? Questo punto lo devi chiarire agli italiani". Il portavoce di Baobab risponde: "Io penso che per i numeri che ci sono bisogna aprire le frontiere a chi scappa da guerre, da dittature, dalla fame. È un nostro dovere, perché nessuno dei migranti che arriva in Italia va via dal suo Paese con gioia". Si scatena la polemica e insorge l'allora direttore dell'Espresso, Marco Damilano: "Non è che tutto il mondo vuole venire in Italia".
Interviene poi anche il giornalista Alessandro Giuli, rintuzzato dallo stesso Calenda, che ammonisce: "Tu non fare lo spiritoso, visto che parli degli italiani che hanno votato Salvini come se fossero un branco di ignoranti. Ma fammi il piacere".
Nella bagarre dice la sua anche l'ex direttore di Radio Capital, Massimo Giannini: "La sinistra deve essere alternativa alla destra". "Ma che vuol dire? – ribatte Calenda –. La sinistra deve dire cose giuste, non deve essere alternativa alla destra per principio. Ma stiamo scherzando?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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