"Scappati di casa, populisti, incapaci". Calenda insulta il M5S ma ora vuole flirtare

Carlo Calenda prima apre a un'alleanza col M5S poi riprende a insultare i Cinquestelle

"Scappati di casa, populisti, incapaci". Calenda insulta il M5S ma ora vuole flirtare
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"Vi considero populisti, incapaci, trasformisti, proputiniani”. Che il rapporto tra Carlo Calenda e il M5S fosse burrascoso si sapeva, ma quest’attacco così violento ha dell’incredibile, soprattutto per le tempistiche.

“Avete disastrato il bilancio pubblico con provvedimenti vergognosi come il superbonus. Avete promesso l’abolizione della povertà e avete abolito la dignità”, attacca Calenda con un tweet in cui accusa i pentastellati di flirtare con Trump, essersi sottomessi alla Cina e di inchinarsi “alle ragioni di Putin". "Non sosteniamo né sosterremo candidati del M5S”, assicura il leader di Azione, dimenticandosi evidentemente di aver sostenuto l’attuale sindaco di Foggia Maria Aida Episcopo, indipendente sì ma scelta e proposta personalmente da Giuseppe Conte.

Calenda poi precisa: “Se casualmente al Movimento 5 stelle capita di sostenere un candidato civico capace, come in Abruzzo, nulla quaestio. Per il resto tenetevi campo largo, campo giusto e il campo russo". Un vero e proprio voltafaccia non solo proprio perché calendiani e contiani sono alleati in Abruzzo dove si vota tra dieci giorni, ma anche perché arriva a pochi giorni di distanza dalla presa d’atto di Calenda che alle Regionali i Terzi Poli non funzionano e, dunque, non si può non fare i conti col M5S. “Alle regionali è impossibile fare altrimenti. Certo, non a tutti i costi”, ha detto Calenda a denti stretti.

Il leader di Azione d’altronde non si è mai sperticato in complimenti verso i pentastellati. Anzi, spesso e volentieri li ha insultati. Nel giugno del 2021, in piena campagna elettorale per le Comunali, in occasione di un evento a sostegno della rielezione di Beppe Sala, Calenda attaccò: “Penso che nessuno può credere che la settima potenza industrializzata del mondo è stata ed è in parte in balia di questi scappati di casa. Non credo che sia prima ancora che giusto, dignitoso vedere sui giornali la discussione tra Grillo e Conte". E, poi, aggiunse: "Penso che debbano semplicemente sparire, tornare a fare i lavori che facevano prima" per poi concludere: "Ma di che stiamo parlando? Liberiamoci di questi buffoni".

Un anno dopo, intervistato da Repubblica, demolì l’allora titolare della Farnesina: “Se Di Maio è riformista, io sono Babbo Natale. Il problema italiano è la memoria del criceto: il ministro degli Esteri è stato qualsiasi cosa gli convenisse quando gli conveniva. Questa non è maturazione, è opportunismo". Il 13 luglio 2022 prese ancora una volta le distanze dal leader del M5S: “#Conte, l’avvocato del popolo, il punto di riferimento dei progressisti - twitta Calenda - si accinge a far cadere un Governo presieduto dall’italiano più autorevole nel mondo in mezzo a una guerra. Rimane solo la soddisfazione di essere tra i pochi partiti a non averci mai avuto nulla a che fare”.

Il 16 dicembre 2022 rincarò la dose: “Il papà del RdC? #Conte non è il padre di un bel niente. Il reddito di cittadinanza non è pagato con i suoi soldi, ma con quelli delle persone comuni. La verità è che non è altro che un pericoloso qualunquista. Per capacità di governo, Giuseppe Conte ha espresso il nulla”. Il 3 settembre 2023, parlando da Cernobbio, Calenda sentenziò:"Il superbonus è stato una follia assoluta, forse il più grande spreco di denaro della storia repubblicana".

Lo scorso 11 gennaio, infine, ha pronunciato parole non dissimili da quelle odierne: "I 5 Stelle sono populisti che possono solo fare male all’Italia. Gente che ha sfiduciato Draghi, bocciato il Mes, flirtato con Trump e la Cina, distrutto l’Ilva e sperperato 150 miliardi di euro".

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