Una battaglia infinita. Anzi due: quella contro Matteo Renzi e quella per rimanere in sella al Pd (o fuori dal Pd?). Altro che cane morto. Massimo D'Alema è più vivo che mai. E fa sentire, ancora una volta, la sua voce contro il rottamatore.
"Vuole sfasciare e cancellare tutto. Non credo sia un rinnovamento convincente, al di là del dato generazionale, non vedo elementi di novità sul piano politico e culturale rispetto alla stagione che abbiamo vissuto, anzi vedo elementi di continuità. Se uno mi dice aiutami a rinnovare, io lo
aiuto. Se uno dice ti voglio distruggere, cacciare, e altre frasi di questo genere, io gli dico provaci", spiega l’esponente del Pd, a margine di un incontro all’università Bocconi di Milano.
E proprio dal regno di Mario Monti, il Lider Maximo propala un encomio nei confronti dell'attuale esecutivo, che "ha segnato la fine della stagione del berlusconismo, una risposta importante all’emergenza che si era creata e un recupero di credibilità dell’Italia". Tuttavia, per il presidente del Copasir è tempo di "andare oltre". Che significa che "il nuovo governo non potrà non prendere le mosse dalle novità che Monti ha introdotto, a partire del rigore".
Una posizione enigmatica, quella di D'Alema. Che si schiera esattamente in mezzo, tra coloro che vogliono un proseguimento dell'agenda Monti (vedi Enrico Letta e Beppe Fioroni, solo per citarne alcuni) e coloro che vogliono un cambiamento (come Fassina) o una radicale virata (come Nichi Vendola).
Ma di una cosa si dice sicuro D'Alema: "Il governo Monti è legittimo ma è frutto di una situazione di emergenza, retto da una maggioranza parlamentare innaturale che non può durare oltre la fase emergenziale". Insomma, si affilino le armi in vista delle elezioni politiche.
L'altra battaglia dell'ex segretario dei Ds riguarda il partito e la rottamazione. Una battaglia sempre connessa alla principale sfida delle primarie del centrosinistra e che si sintetizza nelle dichiarazioni pronunciate da D'Alema in questi giorni: "Se vince Bersani, mi farò da parte e non chiederò la deroga per essere ricandidato. Se vince Renzi, sarà guerra e il Pd morirebbe un secondo dopo".
La naturale conseguenza del decesso democratico potrebbe portare D'Alema alla costruzione di un nuovo soggetto politico, quello che forse ha sempre sognato. Una formazione socialdemocratica. C'è da scommettere che si troverà gente pronta a seguire il Lider Maximo in questa nuova avventura. E il più interessato al progetto di una sinistra europea, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe essere addirittura Nichi Vendola. La cosa non è poi così utopistica. Perché la Puglia, oltre a essere una delle roccaforti dalemiane, è stata terra di una delle alleanze più forti e ambigue tra D'Alema e Vendola. Alleanza che si è rivelata ostile allo stesso Pd.
Come ha ricordato Claudio Cerasa sul Foglio, la questione riguardava la città di Trani, uno dei fortini del centrodestra.
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