Nella vittoria schiacciante di questa tornata di elezioni amministrative di fine primavera, il centrodestra ottiene anche un altro risultato che - per quanto di carattere solo simbolico - non è comunque assolutamente da sottovalutare: con la conquista della roccaforte rossa Ancona, la coalizione di governo pareggia infatti i conti del numero di capoluoghi di Regione governati dallo schieramento di centrosinistra. Il conteggio aggiornato a oggi dice nove pari.
Insomma, comunque la si guardi dal punto di vista del corpaccione elettorale, i numeri dimostrano come il Partito Democratico e le forze politiche sue "alleate" non sfondano mai alle urne. Con le elezioni Politiche dello scorso 25 settembre si è potuto notare in maniera evidente come la maggioranza del Paese abbia sostenuto il centrodestra (più del 43%); dopo le Regionali di questo inizio 2023 (le nette conferme in Lombardia e in Friuli Venezia Giulia aggiunte alla presa del Lazio) si è poi consolidato il netto divario degli enti macro-territoriali governati da Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia (15 a 4).
La fine dell'ultima certezza
Con ieri pomeriggio, inoltre, si sta mettendo seriamente in dubbio l'unica certezza sulla quale si poggiava il centrosinistra, oltre al fatto che poteva contare ancora su qualche sua roccaforte (questa già ampiamente smentita). La vulgata generale voleva infatti che perlomeno le fatidiche Ztl o, per dirla meglio, i centri cittadini più importanti del Paese fossero solidamente nelle mani dei partiti progressisti. Bene: ora nemmeno questa convinzione è così intoccabile. Se infatti si considera unanimemente (a torto o a ragione) che il capoluogo di Regione sia il comune più importante di quella zona geografica, allora la nuova mappa dell'Italia ci racconta un'altra storia: con Venezia, Trieste, Genova, L'Aquila, Perugia, Potenza, Palermo, Cagliari e proprio la stessa "fresca" Ancona, il centrodestra aggancia lo schieramento diretto concorrente da questo punto di vista. Nove tra le più significative città d'Italia sono nelle sue mani. Esattamente come quelle gestite ancora dalle forze "rosse".
Certo, la sinistra può contare ancora su metropoli non di scarso conto come Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze (con Bari, Trento e Catanzaro che completano il cerchio). Tuttavia, di questo passo, anche i più grandi capoluoghi di Regione considerati “imprendibili” presto saranno contendibilissimi e molto presto il conteggio potrebbe ribaltarsi. Il centrodestra, infatti, potrebbe sorpassare il centrosinistra già tra meno di un anno nei comuni di Firenze e di Bari dove - per legge - non potranno più ricandidarsi rispettivamente Dario Nardella e Antonio Decaro del Pd, al termine del loro decennio da sindaco. Nel 2024 ci sarà anche Campobasso da potere strappare al Movimento 5 Stelle (che governa ormai solo in questo capoluogo regionale). E poi, chissà, prendere il largo nelle fortezze milanesi e romane fra tre anni. In ogni caso, riuscire a espugnare Palazzo Vecchio tra dodici mesi e completare così il "cappotto" in una Toscana storicamente rossa sarebbe la mazzata finale per uno schieramento sinistro che, ancora adesso, si aggrappa disperatamente all'unica ancora (e non "ancoNa") di salvezza che gli è rimasta: le Zone a traffico limitato.
Il caso Milano
Da questo punto di vista è molto emblematico Milano. Giuseppe Sala era stato riconfermato sindaco nell'ottobre 2021 e, nonostante tutti i disastri sulla gestione del capoluogo lombardo (in primis sulla sicurezza), il consenso alle forze di centrosinistra è rimasto alto anche sulla città stando ai dati numerici in occasione delle ultime elezioni Regionali nello scorso febbraio. Ora, però la storia potrebbe cambiare anche qua: queste ultime Comunali potrebbero infatti rivelarsi per il centrodestra un promettente trampolino di lancio per la riconquista della città nel 2026.
È vero che manca ancora parecchio tempo a quell'appuntamento, ma la storia recente del voto amministrativo dimostra come con una candidatura comune di prestigio e un programma credibile potrebbero porre fine al quindicennio di sinistra sotto la Madonnina. E, per farlo, occorrerà portarsi avanti con il lavoro fin da subito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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