Dopo la prima serata del Festival di Sanremo non poteva mancare il festival dell’insulto gratuito all’esecutivo Meloni. Se da una parte si celebrava il tradizionale appuntamento con la canzone italiana, dall’altra la sinistra continuava a stonare per attaccare Giorgia Meloni e i suoi ministri. La mozione di sfiducia contro il ministro della Giustizia Carlo Nordio in relazione al caso Almasri ha dato il via libera per lanciare frecciatine al governo. A dirigere Lilli Gruber, giornalista e conduttrice di Otto e Mezzo, il talk show politico di approfondimento in onda su La7.
Il primo ad esibirsi è stato Massimo Giannini, ex direttore de La Stampa ora firma di Repubblica. In versione anti-Meloni, la penna progressista ha attacco senza mezzi termini il presidente del Consiglio. Sulla vicenda del rimpatrio del Comandante della prigione libica di Mittiga, spiega, “non è stato chiarito un bel niente”. Una conclusione che si dimentica, più o meno volontariamente, dell’informativa targata Nordio nella quale il ministro denunciava le incongruenze giuridiche del mandato d’arresto internazionale emesso dalla Corte Penale Internazionale.
#ottoemezzo Botta e risposta tra Italo Bocchino e Massimo Giannini sul consenso di Giorgia Meloni e le mozioni di sfiducia per i ministri Nordio e Santanchè https://t.co/Vq9ncsD6Tp
— La7 (@La7tv) February 11, 2025
Niente da fare. Giannini continua per la sua strada. Prima dice che “Nordio si è contraddetto da solo”. Poi, come se non bastasse, si scaglia contro la leader di FdI: “Meloni una donna in fuga, per lei una macchia nera in una giacca già nera". Un riferimento al Ventennio, più o meno velato, che non convince affatto Italo Bocchino. Il quale, incalzato dalla Gruber, fulmina l’ex direttore: “Nordio intanto ha avuto ragione nel merito sulle critiche che ha fatto alla Corte sul mandato di arresto, infatti, lo hanno cambiato”. E l’inchiesta che la Cpi ha aperto nei confronti dell’esecutivo, secondo Bocchino farà emergere “gli errori” della stessa Corte. E sulla mozione di sfiducia Bocchino smaschera il gioco sporco dell’opposizione: “Vogliono liberarsi di un ministro e li rafforzano ogni volta paradossalmente”.
“Allora teneteli tutti, sono tutti bravi”, risponde con tono sarcastico Giannini. Da qui la replica di Bocchini: “Certo, Meloni se li tiene tutti perché nei sondaggi è sempre in crescita anche se Giannini è contrario”.
Ma la firma di Repubblica non ci sta e prova a scatenare una gazzarra in studio: “Perché anche davanti alle peggiori nefandezze come il caso Almasri guardate i sondaggi?”. Ma Bocchino lo zittisce così svelando una certa avversione della sinistra al popolo: “So che gli italiani ti danno fastidio”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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