Estate 2011. A tramare contro l'allora premier Silvio Berlusconi non ci sono soltanto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e Mario Monti. In campo è già sceso anche Corrado Passera, poi premiato con un posto al ministero dello Sviluppo economico. Si dà subito un gran da fare per preparare, nel giro di un paio di settimane, "un piano di rilancio del Paese, con riforme per rilanciare l'economia". Il pacchetto a cui sta lavorando Passera prende il titolo di "Appunti per un piano di crescita sostenibile per l'Italia".
È sempre Alan Friedman a mettere a posto un altro tassello dell'estate del tradimento. Dopo la bomba pubblicata dal Corriere della Sera e dal Financial Times sui contatti tra Napolitano e Monti nell'estate del 2011, mesi prima delle dimissioni di Berlusconi e del conferimento dell'incarico di premier al Professore, il giornalista americano ha portato negli studi di Piazzapulita copia del documento che incastra ulteriormente il capo dello Stato. E, secondo le carte presentate a La7, Napolitano non solo avrebbe acconsentito al progetto di Passera, ma lo avrebbe addirittura invitato a condividere il documento - un vero e proprio programma di governo possibile - con il futuro presidente del Consiglio. "Lo stesso Monti - ha detto il giornalista - mi ha confermato di aver visto questo documento a pranzo. Ci sono state quattro versioni, quattro bozze di documento da agosto a novembre". Nella sua video intervista per il libro Ammazziamo il Gattopardo, anche Monti ha confermato di essere a conoscenza del documento del banchiere. "Una volta - ha raccontato a Friedman - con il presidente Napolitano mi è capitato, tra lui e me, di fare riferimento a questo lavoro di Passera".
La prima bozza, che Passera mette a punto ad agosto, non è poi così distante dalla quarta versione che a novembre finisce sui principali quotidiani nazionali. Gli obiettivi sono quelli che il titolare dello Sviluppo economico sottoporrà al governo Monti. Tra questo anche una crescita del 2% annuo nel medio periodo, il pareggio dei conti pubblici entro il 2012 e il contenimento del debito pubblico al 100% del pil nel giro di un triennio. E ancora: la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa, l’aumento dell’Iva a 23% entro il settembre del 2012 e una tassa patrimoniale del 2% su tutta la ricchezza immobiliare esclusa la prima casa, i depositi bancari e i titoli di Stato. LCome spiega anche il Corriere della Sera, dalla prima bozza del documento emerge "un senso di grande fretta, comprensibile dal punto di vista di chi lo scriveva, salvo il fatto che c’era ancora in sella un governo, anche se con una maggioranza litigiosa e rancorosa". "Nelle ultime settimane si è perso un grande patrimonio di credibilità che occorre ricostruire al più presto - si legge nel documento - per rimettere in carreggiata l’Italia serve un Grande Piano di Rilancio per la crescita e la riduzione del debito con un’ampiezza circa dieci volte maggiore di quella recentemente introdotta e con molta maggiore enfasi sulla crescita sostenibile.
Non proporla agli italiani, adesso e con sincerità, costruendo il vasto consenso necessario attraverso la condivisione di benefici e sacrifici, potrebbe, in tempi brevissimi, mettere a serio rischio la nostra economia, e forse, la nostra stessa democrazia".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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