«In Emilia più bravi che all'Aquila» Bufera per la frase choc sul sisma

«In Emilia più bravi che all'Aquila» Bufera per la frase choc sul sisma

«All'Aquila il sindaco Cialente si lamenta che in città è tutto fermo? Sappia che il territorio ha le sue responsabilità. In Emilia c'è stato più attivismo, più voglia di fare rispetto all'Aquila, qui sta la differenza». Non va tanto per il sottile il capo della Protezione civile Franco Gabrielli che, intervistato da Radio Capital, fa rischiosi paragoni destinati a far discutere, pur precisando di non voler stilare pagelle o offendere 309 morti. «Che dire - analizza - ho visto un territorio, quello emiliano, diverso dalla mia esperienza all'Aquila. È sempre facile affibbiare responsabilità ad altri, a chi sta fuori. Ma c'è in alcune comunità un attivismo, una voglia di fare, che sono insiti. La differenza, storicamente, in Italia, non la fa la quantità di denaro destinato agli aiuti ma la capacità di progettualità del singolo territorio. E gli emiliani hanno reagito meglio».
Quanto, poi, ai fondi donati via sms per aiutare le popolazioni dell'Emilia, Gabrielli smentisce voci su possibili blocchi circolate negli ultimi giorni. «Nessun intoppo per motivi burocratici, quella è solo una favola. La verità che ci sono 13,5 milioni su un conto della Banca d'Italia, la Regione Emilia-Romagna ha mandato 27 progetti, giovedì il comitato dei garanti li esaminerà e, spero, venerdì di dare il via agli accrediti alla contabilità della Regione».
Immediata la stizzita reazione del sindaco Massimo Cialente: «Analisi completamente sbagliata. Se gli emiliani hanno reagito meglio degli aquilani al terremoto la colpa non è nostra. A differenza dell'Emilia siamo stati commissariati. Sino alla fine di gennaio 2010 c'è stata la protezione civile a cui hanno fatto seguito diversi commissariamenti, se avessimo avuto una governance diversa, quella che auspichiamo oggi, non avremmo perso tutto questo tempo, brutto offendere i nostri morti». Polemica anche la responsabile Pd per la ricostruzione Stefania Pezzopane. «Si può essere così superficiali? Ho lavorato con Gabrielli per molti mesi e sono delusa e arrabbiata. Come può dire cose così assurde? Reazione migliore? Rispetto a cosa? Ai 309 morti che ancora piangiamo? Al nostro Centro storico bloccato da vergognose procedure imposte dal governo e dal commissario Chiodi?». Duro anche il commento del Comitato 3 e 32, bollato da Gabrielli come «offensivo e spropositato». «Non abbiamo dimenticato il ruolo che ha svolto l'attuale capo della Protezione civile nell'immediata emergenza - si legge in un comunicato - Gabrielli non solo era vice-commissario, ma era anche prefetto col compito di vigilare sulle possibili speculazioni da parte delle “cricche” nella ricostruzione. Ci chiediamo con che coraggio questa persona affermi che a L'Aquila non c'è stata voglia di fare. Se l'affermazione è in parte vera, ciò è dovuto al fatto che la Protezione civile ha represso, fin dai primi giorni delle tendopoli, ogni possibile forma di volontà di partecipazione attiva».

Solo per il deputato Udc, Pierluigi Mantini, Gabrielli un po' di ragione ce l'ha: «Il capo della Protezione civile mette il dito nella piaga perché all'Aquila i ritardi nella ricostruzione sono evidenti. Ma la ricostruzione avrà impulso quando L'Aquila si aprirà al mercato trasparente e non al clientelismo e al localismo».

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