Il malcontento e la ribellione nei confronti del capo serpeggiano da tempo all'interno del MoVimento 5 stelle. La base è sempre stata divisa tra il fedele sostegno nei confronti del guru Beppe Grillo e lo scetticismo (misto a sprazzi di vera e propria rivolta) verso quelli che sono sembrati veri e propri diktat. Dalla fatwa contro le apparizioni televisive all'irruenza verbale passando per le esplulsioni comunicate in maniera fredda con un P.S. alla fine di un post sul blog.
All'indomani dell'ennesima cacciata dal movimento, il malcontento si acuisce e sfocia in un esposto all'Agcom. Esposto presentato da uno degli "epurati" contro la "Casaleggio e Associati", l'azienda che cura il blog di Grillo.
La tensione è alle stelle, soprattutto in Emilia-Romagna, regno di espulsioni grillini. Gli attivisti non hanno digerito l'allontanamento di Filippo Boriani, eletto in quartiere a Bologna e poi licenziato con queste poche parole: "Filippo Boriani, consigliere al quartiere Saragozza di Bologna, avendo già svolto due mandati prima di quello corrente, è diffidato dall’utilizzo del simbolo del MoVimento 5 Stelle".
Il diretto interessato, pur ammettendo di non aver comunicato le sue precedenti esperienze politiche, si è autosospeso denunciando però una mancanza di dialogo con Grillo e Casaleggio. A niente sono valse le richieste di confronto, fatte da alcuni attivisti grillini bolognesi che invitavano il comico genovese a tener conto dell'esperienza consolidata sul territorio di Boriani. Scomunicato. Punto. Sempre nella stessa regione, seppur con modalità differenti, qualche tempo fa aveva suscitato rabbia e amarezza la decisione di espellere Valentino Tavolazzi, consigliere comunale di Ferrara, reo, secondo Grillo, di aver partecipato, lodandola, alla convention organizzata da alcuni attivisti a Rimini. Una convention troppo simile a un congresso di partito e che aveva come obiettivo quello di discutere sul movimento 5 stelle.
Insomma, per Grillo è proibito anche il sol parlare della sua creatura e per questo ha liquidato Tavolazzi con queste parole: "Non ha purtroppo capito lo spirito del M5S che è quello di svolgere esclusivamente il proprio mandato amministrativo e di rispondere del proprio operato e del programma ai cittadini”.
Dopo questi accadimenti, pare che gli epurati, insieme con gli scettici, si siano rimboccati le maniche e abbiano deciso di far sentire la propria voce creando il "Movimento Revolution", un sito internet nel quale vengono raccolte le testimonianze degli ex appartenenti al M5S e che ha deciso di portare Grillo e Casaleggio davanti all'Autorita garante delle comunicazioni che, come si legge su Repubblica.it, ha aperto un fascicolo per pratica commerciale scorretta e pubblicità non trasparente.
Secondo le accuse mosse nell'esposto, il non-partito del blogger genovese sarebbe una società di e-commerce (la Casaleggio Associati) che ricava introiti attraverso il blog e la vendita di libri e gadget e dovrebbe poter essere identificata come tale dal consumatore. In sostanza, nella segnalazione firmata da Gaetano Vilnò, ex grillino parmense espulso nel 2009 e riportata da Repubblica.it si legge: "Il blog Beppegrillo.it non può ritenersi un partito non avendo una struttura gerarchica, e non può ritenersi un movimento politico avendo un proprietario".
In attesa che l'Agcom faccia chiarezza, a criticare Grillo ci ha pensato, ancora una volta, il leader del Partito Democratico, Pier Luigi Bersani.
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