"Evitare lacerazioni". La mossa disperata di Letta per non far implodere il Pd

Il Partito democratico si affaccia alle primarie con infinite divisioni interne. Tensioni sulle regole del voto: il segretario prova la mediazione per scongiurare la deflagrazione

"Evitare lacerazioni". La mossa disperata di Letta per non far implodere il Pd

L'ultima mossa della disperazione prima di abbandonare il timone. In queste ore Enrico Letta si sta adoperando per evitare di far implodere il Partito democratico, spaccato su diversi fronti a poche settimane dalle primarie. La situazione non è affatto tranquilla: nel Pd giorno dopo giorno emergono divisioni che rendono sempre più intricati i rapporti interni. L'attuale segretario non vorrebbe lasciare le macerie al suo successore, che però rischia comunque di ereditare un contesto di assoluta precarietà.

La disperazione di Letta

Tra i candidati alla segreteria dem c'è una divergenza di fondo che riguarda le regole del voto: Elly Schlein vorrebbe affiancare il voto online ai gazebo, mentre dagli ambienti di Stefano Bonaccini si registra una forte contrarietà alla possibilità di prevedere la consultazione anche sulla Rete. Nella giornata di domani si riunirà la Direzione nazionale e il rischio è quello di arrivare alla conta finale dagli esiti incerti in mancanza di un accordo tra le parti in campo.

Fonti parlamentari del Partito democratico hanno riferito all'Adnkronos che nelle prossime ore Enrico Letta sentirà Schlein, Bonaccini, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli. L'obiettivo resta quello di calmare gli animi per far sì che le dinamiche interne non prendano una piega ancora più movimentata e pericolosa. Il segretario dem vuole dunque sminare la Direzione dalle tensioni, cercando di trovare un punto di intesa tra i candidati ufficiali.

Dal Nazareno tengono a sottolineare che Letta intende mantenere un "profilo di terzietà e garanzia", determinato nell'arrivare alla Direzione con una soluzione che sia condivisa sia sul fronte delle regole sia su quello della data. Viene pertanto fatto sapere che non verranno appoggiate proposte "che non siano sostenute da tutti". Da qui l'invito a convergere su un accordo comune: "Niente forzature e niente lacerazioni. Serve senso di responsabilità per non guastare un percorso con fratture che in questo momento vanno assolutamente evitate".

Il caos nel Pd

Nel Partito democratico la confusione è totale. Il voto delle primarie potrebbe passare dal 19 al 26 febbraio: da diverse parti si sostiene l'importanza di far slittare l'appuntamento per non far sovrapporre la tappa interna alle elezioni regionali fissate per il 12 e il 13 febbraio, distanziando dunque i due appuntamenti elettorali. Su questo punto potrebbe arrivare l'ok da parte di tutti, ma si resta ancora in attesa che venga formalizzato in via definitiva.

Ci sono invece distanze nette sulle regole del voto.

Nei giorni scorsi è scoppiata la guerra sui gazebo: da una parte si trovano coloro che ritengono fondamentale allargare la partecipazione mediante la spinta della consultazione digitale; dall'altra chi è convinto che il Pd sia il popolo dei gazebo e che non possa farsi travolgere dalla smania del web.

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