“Finirà senza partito”. Renzi sbeffeggia Calenda

Il leader di Italia Viva risponde al numero uno di Azione: "Carlo? Se continua così non avrà nemmeno più il suo di partito"

“Finirà senza partito”. Renzi sbeffeggia Calenda
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Il Terzo Polo, o quello che rimane del partito, si sta sfaldando davanti ai nostri occhi. Dopo gli attacchi verbali tra gli amici-nemici, Carlo Calenda e Matteo Renzi, la guerra tra i due leader ha raggiunto un nuovo livello. I commenti al veleno hanno lasciato spazio alle manovre politiche. L’assedio del leader di Italia Viva è appena iniziato ma l’obiettivo, più o meno velato, dal neo direttore del Riformista non è difficile da prevedere: relegare il leader di Azione all’ultimo posto, restringere il suo spazio politico al minimo e riacquistare, per conto di Italia Viva, una centralità decisionale forse mai realmente perduta.

Renzi attacca Calenda

L’ultima sferzata di Matteo Renzi nei confronti dell’ex alleato Carlo Calenda riassume perfettamente il clima pesante che si respira dalle parti del Terzo Polo.“Carlo? Per lui non c’è una questione morale – spiega il leader di Italia Viva ripreso dal Corriere della Sera – ma umorale. Se continua così lui non avrà nemmeno più il suo, di partito”.

A rischiare, oltre l’ormai tramontato partito unico, sono i gruppi parlamentari unitari di Azione e Italia Viva. La capogruppo del Senato Raffaella Paita ha convocato per sabato una riunione del gruppo per chiedere al numero uno di Azione un “chiarimento politico”. Ma il primo nome che potrebbe saltare è quello di Matteo Richetti, capogruppo alla Camera e braccio destra di Carlo Calenda.

Azione perde pezzi

Intanto, complici anche le manovre del leader fiorentino, continuano i mal di pancia interni ad Azione. Gli addii di militanti, esponenti e dirigenti di peso sono un campanello d’allarme difficile da ignorare. L’esodo è cominciato all’inizio di questa settimana con l’addio della deputata Naike Gruppioni e della consigliera regionale emiliana Giulia Pigoni, entrambi in quota Azione e da ieri passate con Renzi. L’abbandono delle due parlamentari rispecchia una tendenza regionale di malumori e contrasti. Gli addii colpiscono anche altre regioni italiane: Piemonte, Lombardia, Toscana, Umbria, Lazio e Basilicata.

Il titolo di una pagina del Riformista prova a riassumere la situazione con un gioco di parole: “Azione ha perso attrazione”. Secca la replica di Carlo Calenda che affida a Twitter un commento fuori misura: “Anche oggi – scrive il leader di Azione – tonnellate di retroscena imbeccati e Il Riformista che svolge il suo ruolo di giornale indipendente. Anche oggi ribadiamo che nulla abbiamo a che vedere con tutta questa roba”.

L’assedio di Matteo Renzi è appena iniziato: al Senato, Italia Viva ha tutti i numeri per far gruppo da sola e, se il piano del rottamatore fiorentino dovesse andare in porto, gli eletti di Azione finirebbero nel gruppo Misto. Tradotto: spazio politico ridotto al minimo e potere decisionale nullo.

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