Le frequenze tv vanno all'asta: gara entro 120 giorni

I canali del digitale terrestre assegnati al rialzo. Aumentano i canoni da fine 2012

Le frequenze tv vanno all'asta: gara entro 120 giorni

Roma - Il beauty contest per l’assegnazione delle frequenze televisive - già sospeso dal ministro Corrado Passera - ora ha i giorni contati. Il governo ha presentato ieri sera un emendamento al decreto fiscale che sbianchetta il sistema finora utilizzato per allocare le frequenze tv attraverso il «concorso di bellezza» tra soggetti dotati delle capacità di sfruttare al meglio la risorsa. Ad annunciarlo è stato il presidente della commissione Finanze alla Camera, Gianfranco Conte (Pdl), nel corso di una pausa dei lavori.
Una decisione attesa e forzatamente affrettata. Venerdì scadono i 90 giorni fissati dal ministero per trovare una soluzione alternativa al beauty contest. Quella individuata è un’asta pubblica con possibili «rilanci competitivi» per le frequenze liberate dal digitale terrestre che - secondo lo stesso emendamento al decreto - dovrà svolgersi entro 120 giorni dall’entrata in vigore dell’articolo e sarà gestita dall’Autorità garante delle comunicazioni. L’emendamento prevede ancora che la gara dovrà assicurare «la separazione verticale fra fornitori di programmi e operatori di rete e l’obbligo degli operatori di rete di consentire l’accesso ai fornitori di programmi a condizioni eque e non discriminatorie, secondo le priorità e i criteri fissati dall’autorità». Ma non solo. È previsto anche il riordino dei contributi di concessione entro la fine del 2012 per l’utilizzo delle frequenze: chi ne ha già una pagherà di più. Questi contributi saranno progressivamente applicati per favorire l’ottimale utilizzo delle frequenze, spiega l’emendamento.
L’asta assegnerà le frequenze «a operatori di rete sulla base di diversi lotti» composti da reti di più frequenze. Alcune di queste, posizionate sopra la banda 700, saranno assegnate per un periodo di tempo più limitato in quanto dal 2015 potranno essere destinate a servizi diversi da quelli televisivi e dunque riassegnate, tramite ulteriori aste. Il testo dovrebbe essere votato oggi pomeriggio dall’Aula di Montecitorio, previa verifica dell’ammissibilità dell’emendamento che, dalle parole di Conte, appare però tutt’altro che scontato: «Mi riservo di valutarne l’ammissibilità con il presidente della Camera Gianfranco Fini».
L’accelerata del governo, che parla di valorizzazione economica di una ripresa preziosa, di pluralismo, trasparenza, apertura del mercato e di «chiusura della procedura di infrazione comunitaria da tempo aperta contro l’Italia», non cancella però tutte le perplessità sul provvedimento. Prima fra tutte, la legittimità della cancellazione del beauty contest, criticata in primis da Mediaset. Ma sono controverse anche le cifre che il governo si attende di ricavare, stimate in 1,2 miliardi. Appare difficile immaginare infatti che i vari competitor si scannino a forza di rialzi per aggiudicarsi una singola frequenza, vista la flessione della raccolta pubblicitaria e la saturazione dell’offerta di canali.

Inoltre il codice delle comunicazioni approvato dal governo prevede l’automatica conversione delle frequenze Dvb-H, acquistate per i telefonini, in Dvb-T, utilizzabili per il digitale terrestre, ciò che fornirebbe nuovi multiplex a Rai e Mediaset senza la necessità di partecipare ad aste onerose.

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