Gates punzecchia Zuckerberg: «Non sarà Internet a salvare il mondo»

RomaScontro tra titani della Silicon Valley. È battaglia a suon di frecciate tra il papà dei pc Bill Gates e il co-fondatore di Facebook Mark Zuckerberg. Il primo punzecchia il giovane tecnocrate, che qualche giorno fa aveva dichiarato di voler «cambiare il mondo» mettendo on line 5 miliardi di persone non ancora connesse.
«Altro che internet - risponde Gates - per salvare il mondo servono vaccini e medicine». Il fondatore del colosso che ha rivoluzionato l'universo dei pc non nasconde di amare l'information technology. «Ma quando si tratta di migliorare la vita, si ha a che fare con cose più basiche, come la sopravvivenza e l'alimentazione dei bambini», spiega in un'intervista al Financial Times. E non nasconde l'irritazione davanti alle frasi di Zuckerberg, convinto invece che la tecnologia renderà migliore la terra. «Internet una priorità? È uno scherzo...- incalza Gates -. La priorità è trovare un vaccino contro la polio o la malaria. Qualcuno ritiene che la connettività sia più importante. Io non la penso così». L'inventore di Microsoft ammette che l'innovazione può migliorare la condizione umana. «Ma non raggiunge i bisognosi - evidenzia - e non risolve le malattie, la povertà, la mancanza di opportunità e la disperazione che questa provoca». Convinto di questo, con la moglie Melinda ha fondato nel 1997 la «Bill and Melinda Gates Foundation», che devolve quasi 4 miliardi di dollari l'anno alla lotta alla povertà, ovvero quasi la metà di quanto gli Stati Uniti hanno speso per iniziative umanitarie globali nel 2012. Il lavoro alla Fondazione lo assorbe quasi totalmente, anche di recente è entrato a far parte del Comitato che avrà il compito di scegliere il prossimo amministratore delegato di Microsoft.


Ma il guru non ha intenzione di tornare a tempo pieno. «Ci sono cose più importanti da fare - dichiara Gates - e invito tutti i miliardari a seguire il mio esempio e quello di Warren Buffett, e a devolvere parte della loro ricchezza a causa umanitarie».

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