Da Giorgia una grande lezione di democrazia

Il peso di un essere umano non si desume da quello che possiede ma da quello che è e questo vale anche in politica. Meloni è consapevole di questo e non snobba Calenda

Da Giorgia una grande lezione di democrazia
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Caro Vittorio,
come giudica l'intervento di Giorgia Meloni al congresso di Azione? Avendo accettato l'invito di Carlo Calenda il presidente del Consiglio ha solo approfittato per trovare un'occasione per provocare e scatenare nuovamente l'isteria della sinistra antifascista dopo l'uscita su Ventotene? O è un modo per ricordare che il confronto pubblico tra avversari politici è dimostrazione di democrazia? Chiesto questo mi rimane l'impressione che la Meloni abbia fatto bene a ricordare anche il ruolo dell'Italia in favore dell'Occidente. Occidente che è Europa. Europa che proprio e solo nel suo essere Occidente deve e può trovare il suo collante per essere unita. Perché non lo potrà mai essere se basata su interessi monetari o paure militari. Come, ma capisco che questo non le piacerà, unita non lo sarà mai se di sinistra o sovranista. Perché, ripeto, è la Storia dell'Occidente che ci unisce fin dall'impero romano!

Mario Taliani

Caro Mario,
conoscendo Giorgia Meloni, dubito fortemente che abbia compiuto tutti questi ragionamenti prima di accettare l'invito di Carlo Calenda a partecipare al congresso di Azione. Non lo ha fatto per provocare né per strategia politica, anche perché la presidente del Consiglio gode di un consenso tale che non necessita di adottare tattiche per sedurre e non ha bisogno di guadagnarsi il sostegno di pezzetti dell'opposizione. Lo ha fatto perché le andava e lo riteneva giusto, poiché, quando lei per anni e anni è stata dall'altro lato, nessuno delle passate maggioranze l'ha mai ascoltata e considerata. Meloni è stata ignorata e derisa, sul suo partito, oggi primo partito, si scherzava: «Dove deve andare Meloni che è sotto il 4%?». E lei è rimasta ferma, immobile, sulle sue posizioni, concentrata sulle sue battaglie, fedele ai suoi valori, coerente nel comportamento. Sai cosa penso, Mario? Il peso di un essere umano non si desume da quello che possiede ma da quello che è e questo vale anche in politica. Meloni è consapevole di questo e non snobba Calenda in quanto questi non ha un consenso largo. Prendano esempio tutti. Quella di Meloni è una magistrale lezione di democrazia.

Non si fa altro che dire che Giorgia sia fascista, quindi antidemocratica, eppure ha sempre difeso i principi fondativi della democrazia, che implica pure il confronto tra minoranza e maggioranza, quindi tra partiti e leader che formano queste due compagini. Non credo che la premier abbia realizzato qualcosa di straordinario intervenendo a suddetto congresso, tuttavia ci pare eccezionale il suo atto in quanto siamo ormai avvezzi ad un clima di ostilità addirittura feroce in politica e persino agli insulti. Quindi che Meloni e Calenda scelgano il dialogo, la collaborazione e il confronto civile ci meraviglia. Non ricordo di presidenti del Consiglio degli ultimi lustri i quali abbiano preso parte a riunioni di partito della opposizione. L'unica che lo fa è tacciata di fascismo. Il che è paradossale.

Va da sé che l'incontro Meloni-Calenda ha generato qualche mal di pancia.

A noi invece piace questa politica qui. Quella che non scade nell'insulto, nello scontro brutale, nella violenza verbale, nel turpiloquio, nell'ingiuria. Meloni e Calenda ci hanno ricordato che, tutto sommato, viviamo ancora in un Paese civile.

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