- La differenza tra i missili lanciati ad aprile dall’Iran verso Israele e la pioggia di razzi di ieri sta tutta nelle informazioni che Teheran ha dato (o non dato) agli Stati Uniti. O meglio: le tempistiche. Ad aprile fu una sorta di show mediatico: l’Ayatollah avvertì gli Usa, che coordinarono con Israele e la Giordania la risposta allo storico (mai successo prima) attacco missilistico. Stavolta è andata diversamente: l’Iran ha agito più o meno di sorpresa, o meglio con un minimo preavviso. Il che dimostra certamente che può agire rapidamente e in silenzio; però i risultati non sono stati molto diversi: un solo morto, peraltro palestinese, e pochi danni su Israele. Difficile dire se gli iraniani abbiano fatto “cilecca”, ma di certo ieri abbiamo scoperto che Israele e Usa sono in grado di difendere il territorio più di quanto l’Iran non sia in grado di colpirlo.
- Ogni volta che vedo quei razzi sparati e la risposta di Iron Dome, penso: ma con tutto il propulsore che utilizzano i missili, i jet di risposta e con le varie esplosioni in cielo, davvero noi ci stiamo impiccando per ridurre le emissioni delle nostre auto a benzina mentre questi sparacchiano in cielo bombe come se fossero noccioline?
- Grande caos sulla linea ferroviaria. Fratoianni: “Quando c’era Salvini i treni non partivano in orario”. Almeno è simpatico.
- Antonio Guterres non cita l'Iran e i suoi missili nella "escalation" in Medio Oriente e Israele, giustamente, si infuria. Da oggi il segretario generale dell'Onu è "persona non gradita" dalle parti di Tel Aviv. A dire il vero sorprende che l'inutile, e un tantino schierato, segretario delle Nazioni Unite non fosse già stato bandito in passato da Israele.
- Torniamo ai disagi alla linea ferroviaria. Pare che la colpa sia stata di un chiodo piantato male da una ditta appaltatrice durante i lavori della notte. Può succedere? Certo. Tutti sbagliano, anche i politici (e pure spesso). A sorprendere semmai è che, a fronte di un inconveniente simile si paralizzi mezza Italia. E questa non è colpa di chi fa i lavori sulla rete.
- Vittorio Feltri, che non crede in Dio e penso neppure nella Chiesa, sull’aborto non fa sconti pur ammettendo di averci pensato una volta per la figlia. “Ero contrario, però capivo che per la madre sarebbe stato difficile continuare a lavorare. Fissai l’appuntamento in Svizzera. Poi mi sono rifiutato perché l’aborto è un infanticidio non punibile. Nessuna scelta libera: “L’aborto non è un diritto, è una concessione cinica dello Stato”. Tre, due, uno… femministe scatenatevi.
- Udite udite: dopo lo scioglimento dei Maneskin, che preoccupa più di quello dei ghiacciai, Damiano David riparte come solista dal salotto di Fabio Fazio, il modo migliore per farsi piacere da quelli che piacciono. Non stiamo più nella pelle.
- Dopo l’inchiesta sugli ultras di Inter e Milan, che poi sono solo l’ultima puntata di un sistema che viene da lontano e che conoscevano più o meno tutti, va dato atto a Claudio Lotito di aver avuto - 20 anni fa - il coraggio di tagliare questo folle cordone ombelicale tra le società e il tifo organizzato. “Ho risposto dal 2004 a muso duro. Niente abbonamenti e biglietti gratis, basta con le trasferte pagate dalla Lazio”; “Fra consenso e legalità ho scelto la legalità, con le conseguenze che ne sono derivate per la sicurezza personale e della mia famiglia”. Chapeau.
- Poi un racconto meraviglioso, di quelli che possono capitare solo a Roma. “Mi ricordo ancora - racconta Lotito - di quando incontrai quattro tifosi della Lazio. È tutto agli atti degli inquirenti, li incontrai a piazza Cavour, davanti al cinema Adriano. Si presentarono quattro persone e uno di questi, pace alla sua anima, era Diabolik. Piscitelli si presentò e mi disse 'presidè, buonasera, io sono Diabolik’. Lo guardai e gli risposi ‘buonasera, ispettore Ginko’”. Magico.
- Due riflessioni sul divieto, imposto dal Viminale, alle manifestazioni del 5 ottobre dei Pro-Pal che, in larga parte, intendono inneggiare al massacro compiuto da Hamas oltre a difendere, legittimamente, le istanze dei palestinesi di Gaza. La prima riguarda il principio: il ministro Piantedosi ritiene che “celebrare la data del 7 ottobre come esaltazione di un eccidio” sia orribile e dunque “non è possibile lasciar fare”. Dissento, per un motivo semplice: quando l’autorità pubblica si mette a decidere cosa è giusto e cosa è sbagliato celebrare, stiamo già imboccando la strada del non ritorno. Una democrazia è pienamente sana quando ignora certi rigurgiti e li gestisce con le idee, invece che con i divieti. Altro discorso riguarda la questione operativa. Al Viminale tocca gestire l’ordine pubblico e certo grandi manifestazioni a Roma di esaltati pro-Pal saranno difficili da contenere: potrei dunque capire la decisione di dire no. Ma siamo sicuri che non dare l’autorizzazione risolva il problema e non invece finisca per acuirlo, portando a Roma più manifestanti, e maggiormente furiosi, di quanti non ne sarebbero confluiti altrimenti?
- La personalissima opinione di chi scrive è: autorizzare tutto, ma solo nel rispetto delle regole. Il che significa: il corteo passa solo dove permesso dalla polizia, no a deturpamenti vari, petardi, molotov e schifezze varie. E chi prova a forzare un blocco, si becca le manganellate degli agenti e non va a frignare dalla mamma. Chiaro?
- Ecco, magari invece mi preoccuperei del centro islamico che organizza veglie di preghiera per Hassan Nasrallah, spacciato per martire quando era un terrorista. Sia chiaro: volete pregare per Hitler, Mussolini o Nasrallah? Fate vobis. A noi la libertà di criticare e, soprattutto, di accendere un faro della Digos o dei Servizi interni per assicurarci che una veglia non si trasformi in un raduno di terroristi.
- Distratti come siamo da Nasrallah, Iran, Hezbollah e i cercapersone, ci ricordiamo che a un anno di distanza dal 7 ottobre i terroristi di Hamas hanno ancora dei civili in ostaggio (vivi o morti) tenuti nei bunker di Gaza?
- Iran o non Iran, Israele o non Israele, in tv e sui trend social la fa da padrone Temptetion Island. Il potere del telecomando non si discute. Sipario.
- Che il premier Barnier in Francia abbia annunciato una patrimoniale è una notizia, ma non mi straccerei le vesti. Tutto sommato, se applicano l'imposta a Parigi e non a Roma, a noi che ce ne frega?
- Nel Milanese un'auto elettrica esplode "dal nulla" nel garage di un cittadino.
A quanto pare non era in carica e non aveva dato problemi sino ad ora. Può capitare: anche le auto a benzina hanno i loro problemi. Però che vada in combustione automatica senza l'intervento di un agente esterno, beh: questo fa impressione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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