Il glamour si dà allo sport. Ma la Beckham va sul sexy

Lacoste presentga tailleur che sembrano tute da jogging. Dalla ex Spice Girl miniabiti hi tech e lingerie griffata

New York - «Move your body» ordinano minacciosi i cartelloni pubblicitari delle palestre di New York nel pieno della campagna abbonamenti d'autunno. Ti senti a posto perché complice il jet lag, hai fatto i Cinque Tibetani e 15 minuti di tapis roulant alle sei della mattina.
Poi arrivi alle sfilate e capisci che nel mondo della moda si fa già molto di più, per cui presto in tutto il mondo cosiddetto civilizzato bisognerà darsi un sacco da fare. Lo provano gli ultracorpi magri e palestrati di signore e signorine del fashion system (Anna Wintour, per esempio, fa due ore di tennis tutti i giorni che Dio manda in terra) ma anche le più interessanti collezioni viste finora sulle passerelle della Grande Mela. Gli stilisti sembrano infatti aver trovato un nuovo punto d'incontro tra glamour e attività fisica, qualcosa di più e di meglio della cosiddetta sport attitude che da tempo domina la scena della moda americana. Felipe Oliveira Battista, trentasettenne designer portoghese alla sua terza prova come direttore creativo di Lacoste, si è concentrato sulla nappa proponendo magnifiche tute da tennis nel lussuoso materiale decorate da una nuova versione tridimensionale del mitico logo che proprio nel 2013 compierà 80 anni. Per festeggiare l'anniversario (e un giro d'affari da 1.6 miliardi di euro in 114 paesi al mondo) il simpatico giovanotto ha poi rielaborato i motivi tipici del brand (coccodrilli, palline, racchette e campi da tennis oltre alle celebri polo ripiegate), trasformandoli in altrettante stampe sparse a profusione su miniabiti tagliati a chemisier, completi camicia e pantaloni per lei come per lui, piccole bluse civettuole solo per lei.
Davvero bello il tailleur in maglia di cotone color corallo con cui si può tranquillamente camminare a passo svelto per bruciare qualche caloria e poi affrontare senza parere una lunga giornata di lavoro. Ancor più eclatante la collezione disegnata da Jason Wu sembrava un inno al taping kinesiologico, ovvero le fasce adesive che gli atleti si fanno applicare direttamente sul corpo in caso di strappi muscolari, cadute o contratture. Il cinese che piace tanto agli americani e ha alle spalle un impero industriale fondato sulle T-Shirt, ha infatti tagliato tutti i suoi modelli a striscioline tenendoli poi insieme con un sapiente gioco di cuciture invisibili, cordini nascosti e inserti di tessuto trasparente. Formidabile l'ultima uscita con i capi color mastice che al buio diventavano fluorescenti mentre le porzioni di pelle nuda risultavano come per magia nere quanto la notte. Tutto un altro film da Victoria Beckham che di sportivo ha solo un magnifico marito (vale la pena andare nel backstage solo per ammirare lui) ma stavolta nel suo lodevole intento di fare moda come stilista, ha sperimentato il fascino sottile della lingerie.
Il risultato era eclatante soprattutto perché la signora ha saggiamente scelto di abbinare le sue belle gonne linguette nere oppure rosse con oneste camicie bianche ben tagliate e con raffinate scarpe piatte tra cui infradito-stivali o stringate maschili. Il tutto fatto per lei da Manolo Blahnick, mentre per i cappelli si è rivolta a Stephen Jones. Purtroppo non ci ha voluto rivelare il nome di chi le ha fatto gli strepitosi reggiseno portati a vista sotto le sottili T-shirt e soprattutto i corsetti che rendevano ancor più sexy e portabili i mini abiti con diversi tipi di tessuto (canvas, nylon laserato effetto paglia di Vienna, chiffon e cotone tecnico) sulla danzante gonnellina a campana.

«Lo so, da me ci si aspettano tacchi alti e abiti strettissimi, ma credo che nel guardaroba di una donna ci debbano essere anche cose confortevoli» diceva l'ex Spice Girl strizzata in un bustier talmente piccolo che tra qualche anno potrebbe andar bene anche alla sua quartogenita, Harper, e con il classico paio di scarpe dal tacco a stiletto che per portarle ci vorrebbe il brevetto di volo.

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