Il presidente del Senato Pietro Grasso condanna le fiction sulla mafia. L'accusa è di essere "dannose" per l'opinione pubblica. "Da un lato trasformano il poliziotto antimafia in una specie di Superman e quindi indurre l’idea che la lotta alla mafia la fanno solo i super eroi - spiega - dall'altro mitizzano il mafioso".
In una intervista a Repubblica, Grasso ha ammesso di avere ancora sul gozzo la storia del Capo dei capi e del ragazzino di appena 17 anni, capo di una piccola banda a Milano, che conservava in tasca i ritagli della fiction. Per Grasso Riina è un perdente: "Credo che lo sia anche agli occhi dei suoi, perché la sua strategia è fallita". E, dopo le minacce al pm Nino Di Matteo, "per evitare le ferite laceranti e dolorose del passato, per evitare che si ripetano", il presidente del Senato crede che sia "giusto avere la massima attenzione e mettere in atto tutte le misure possibili per proteggere l’ex collega".
Nell'intervista Grasso parla anche dell'elezione di Matteo Renzi a segretario del Pd. "Per me tutti i cambiamenti sono positivi", assicura la seconda carica dello Stato pur ricordando all'ex rottamatore che sulla legge elettorale deve perseguire due obiettivi: "rappresentatività e stabilità".
"O altrimenti vogliamo tornare a una legge come ai tempi della prima Repubblica? - racconta - quando io chiesi a un pentito di mafia: 'Come facevate a scegliere chi aiutare?', lui mi rispose: 'Dottore, per noi era perfetto. Riuscivamo a dividere perfettamente i voti tra i partiti dell’arco costituzionale'".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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