Grillo vuole la ghigliottina

Più processi per tutti. Tutti in prigione. L'ultima sparata di Grillo più che una promessa è una minaccia elettorale

Grillo vuole la ghigliottina

Più processi per tutti. Tutti in prigione. L'ultima sparata di Grillo più che una promessa è una minaccia elettorale. Tutti alla sbarra, passando dal web. Politici, imprenditori e giornalisti, sono queste le categorie che l'ex comico vuole sottoporre al suo tribunale del popolo (ovviamente a Cinque stelle). Lo aveva annunciato entrando nell'opalescente salotto di Porta a Porta, ma la terza camera ottunde e spunta anche i messaggi più acuminati. Così Grillo ha deciso di tornarci sopra, con un post che non lascia margine a benevole interpretazioni. Il guitto oggi veste i panni di Robespierre e cerca di di infiammare di Terrore tutto il Paese con un messaggio dinamitardo.

Vi ricordate il castello di Lerici? Il plastico che il leader pentastellato aveva tentato, senza successo, di portare alla corte di Bruno Vespa? Ecco, era la metafora grillina della gogna sulla quale dovranno (forse dovremo) poggiare il collo tutti quelli che hanno la sfortuna di essere antipatici a Grillo. Non c'è niente da ridere, il comico ormai è stato seppellito da un politico che in vista delle elezioni continua ad alzare il livello dello scontro. Ora siamo arrivati alle purghe, al tribunale del popolo che sull'onda della rabbia condanna senza possibilità di difesa.

"Questo orrendo trio (giornalisti, imprenditori e politici ndr) va giudicato attraverso un processo popolare, mediatico che inizierà dopo le elezioni europee. Sarà fatto in Rete dove verrà ricostruito un castello virtuale con le celle individuali, ognuna con la sua targhetta", è questo l'avvertimento pubblicato sul sito del Movimento. Non è la prima volta che Grillo mette qualcuno nel mirino, ha sempre dimostrato una predisposizione all'annientamento del nemico, con una passione smodata per giornalisti e politici. Già nel 2008, prima ancora che il M5S vedesse la luce, l'ex comico lanciava sul suo blog un'iniziativa contro i "pennivendoli". Si chiamava, con la solita sobrietà, "Sputtaniamoli". Da quel momento non si è più fermato ed ha aperto una stagione permanente di caccia all'uomo.

Carceri, gogne, celle, sputtanamenti, comunicati politici numerati come quelli delle Brigate Rosse, insulti fisici, soprannomi di ogni genere, minacce e dichiarazioni di "guerra".

Grillo continua a giocare con le parole, i modi e le dinamiche degli stati totalitari. Giocando con riferimenti storici drammatici e ustori. Senza nascondere un'insofferenza verso il sistema e la politica tutta che spesso tracima in un'allergia alla democrazia e alle sue regole.

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